GUS G.: Fearless
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21/04/2018D'accordo, lo ammetto. Quando mi accosto per la prima volta all' ascolto di un album solista di un chitarrista di livello eccelso come Gus G, sono sempre un po' prevenuta. Del resto, l'esperienza insegna che spesso l'autocelebrazione del proprio talento è proprio dietro l'angolo. Questo, invece, è uno di quei meravigliosi casi in cui il prodotto è ben superiore alle aspettative. Il nostro Gus ci propone un album scorrevole, divertente, intenso, sia dal punto di vista strettamente tecnico (e non sarebbe potuto essere altrimenti), sia dal punto di vista compositivo. Il progetto 'Fearless' è nato dalla felicissima collaborazione di lungo corso tra Gus e Dennis Ward, (già bassista dei Pink Cream 69, che in questo album riveste anche il ruolo di vocalist con ottimi risultati) a cui si deve anche il suggerimento di registrare il disco come trio. L'arruolamento di Will Hunt (Evanescence, Black Label Society) alla batteria si può considerare come la proverbiale ciliegina sulla torta.
Sia il brano di apertura, "Letting Go" che il seguente "Mr. Manson" richiamano moltissimo alla memoria sonorità alla Ozzy, il che è piuttosto naturale, data la stretta relazione tra il nostro e il Madman. Due tracce massicce, granitiche, in cui i virtuosismi di chitarra si sposano con grande naturalezza con le linee vocali - e di nuovo: Dennis Ward alla voce è una piacevolissima sorpresa. Ci si aspetterebbe un minimo di calo con la seguente "Don't Tread On Me" e invece il tiro si alza ancora: trascinante e carico di atmosfera, questo pezzo, come tutto l'album, trasuda energia, positività, voglia di fare. Se fossi una che va a correre, lo metterei fisso nella mia playlist, così come la strumentale "Fearless", che da il titolo al disco. Fortunatamente, il lavoro di produzione è stato eccellente, sia in ambito di suoni che, soprattutto di missaggio. Basso e batteria in altri contesti vengono spesso penalizzati, ma qui ogni colpo di cassa risuona alla perfezione, ogni nota di basso perfettamente percettibile anche da un impianto audio di qualità non proprio ottima. Lascio immaginare all'ascoltatore come possa risuonare in un paio di cuffie come si deve. Tra le tracce che compongono 'Fearless' una menzione d'onore la meritano entrambe le ballad presenti.
"Nothing To Say" poggia solidamente sull'alternanza tra arpeggi puliti e distorti e refrain ruffiano abbastanza da fissarsi nella mente, senza diventare stucchevole. "Last Of My Kind" è una power ballad più malinconica, quasi cupa, sostenuta da controtempi di batteria e progressione di accordi che (di nuovo) richiamano l'Ozzy di Ozzmosis. Altra perla, la strumentale "The Thrill Of The Chase", che sembra quasi un omaggio ad altri grandi chitarristi: ci si incontrano Vai, Malmsteen, Jake E. Lee, Randy Rhoads (questi ultimi due saranno un caso?), per quattro minuti di gioia assoluta per chiunque suoni una sei corde. E anche per chi non la suoni. Forse un pochino al di sotto delle aspettative la cover di "Money For Nothing", ma naturalmente il talento compensa con qualche scelta poco felice nei suoni. In sintesi, 'Fearless' è un signor album che piacerà sia ai maniaci della chitarra, sia ai non addetti ai lavori. Non siamo neppure arrivati a metà anno e questo disco è già candidato a rientrare nei miei preferiti per il 2018. Applausi.
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