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GOTTHARD: Heaven, Best of Ballads part 2

data

14/12/2010
80


Genere: Hard Rock
Etichetta: Nuclear Blast
Distro:
Anno: 2010

La scomparsa di Steve Lee è stata veramente una tragedia: prima di essere un grandissimo professionista e cantante, a livello umano è stato una persona eccezionale, disponibile, gentile ed affabile. Certo è che è stato l'anima dei Gotthard, la sua voce è veramente unica, colma di espressioni e di colori, straordinario su brani incisivi, e toccante nelle situazioni più lente. Questo 'Best Of Ballads' esce appunto per commemorare la sua prematura dipartita, i brani più calmi e melodici degli ultimi cinque anni sono stata inclusi in quest'opera. Riproposte le celeberrime "Heaven" e "One Life, One Soul" (erano già presenti nel primo 'Best Of ballads' 2002 ) non tanto per un obbligo commerciale, ma solo per giustizia perchè entrambe le canzoni erano il culmine dello show della band svizzera, l'apice di Steve Lee. C'è un solo inedito sui diciassette brani di cui è composto questo cd, ed è "What I Am": brano semplice, molto country rock americano in cui Steve si mette a nudo, un Rod Stewart dei giorni nostri, roco e malinconico a dovere. Troviamo poi la versione piano/voce di "Have A Little Faith" originariamente presente su 'Human Zoo' del 2003, soave e sognate, da ascoltare ad occhi chiusi immaginando una penombra creata da candele con un pianoforte e Steve. "Falling" è l'ultima chicca che ci regala il disco, la versione orchestrale qui offertaci è unica, splendida prestazione del nostro Niccolò Fragile al pianoforte, senza parole l'intensità creata da Steve che riesce quasi a coprire la bellezza dell'arrangiamento. E' superfluo supporre l'affare commerciale che si insidia potente quando un'artista scompare: se si pensa che dopo la morte di Steve i dischi dei Gotthard hanno avuto un'impennata di vendite vorticosa, può "obbligare" la label ad uscire sul mercato con un prodotto siffatto, probabile una futura uscita di inediti del cantante rossocrociato che avrà sicuramente il sapore della bieca operazione commerciale, ma sempre meglio di quella offertaci da Jorn Lande ed il suo tributo fin troppo tempestivo a R.J. Dio. Almeno in questo caso i restanti membri della band hanno avvallato questa operazione. Ciao Steve, sei stato un grande.

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