GOD FORBID: GONE FOREVER
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02/11/2005Che la Svezia abbia cominciato a propagare i suoi influssi musicali anche oltreoceano è stato evidente più o meno dalla fine degli anni ’90, quando Shadows Fall e God Forbid cominciavano a mischiare in modo ancora acerbo thrashcore americano e swedish death di tipica scuola Gates/Tranquillity/Flames. Col senno di poi, si potrebbe dire che la Century Media (band che ha patrocinato e continua tuttora a pubblicare entrambe le band) ha avuto la vista lunga. “Gone Forever” dei God Forbid è il loro terzo album, e anche quello che segna una proposta finalmente più definita e concreta. La band dell’imponente Byron Davis attinge dal thrashcore più sanguigno di tradizione americana condendolo con massicce dosi di riff e soli melodici di chiaro stampo svedese; sono gli At The Gates quelli più chiamati in causa, insieme a In Flames e Arch Enemy, quest’ultimi soprattutto per ciò che riguarda le sopraffine partiture soliste di Doc Coyle. Il plusvalore per quello che potrebbe sembrare un mix tutto sommato consueto al giorno d’oggi è dato sicuramente dall’ugola di Byron, ideale gemello di Howard dei Killswitch Engage (è bene chiarire che i due timbri sono comunque molto diversi), che si lancia senza remore in tiratissime vocals e refrain puliti da incorniciare. E’ sufficiente ascoltare i primi cinque brani per rendersene conto. E’ arduo non farsi coinvolgere dai pattern melodici della title-track, di “Washed-Out World”, di “Antihero” o sbattere la testa al ritmo di velocissime cavalcate come “Force-Fed” o “Living Nightmare”. Nonostante resti qualche spigolosità da limare, “Gone Forever” è degno rappresentante di una band che farà grandi cose (e a fronte dell’ultimo lavoro “IV: Constitution Of Treason” è davvero difficile sostenere il contrario) e che sarebbe una vergogna non conoscere. Soprattutto se si sbandiera onniscenza gratuita in certi ambiti.
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