FRANTIC BLEEP: THE SENSE APPARATUS
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11/03/2005Brutto affare esordire con la nomea di "eredi di Arcturus e Borknagar" e con alle spalle un demo grandioso come "Fluctadmission" che tanto rumore ha creato nell'underground norvegese, si rischia di venir schiacciati dal peso delle attese ancor prima di spiccare il volo. In effetti sembra che i Frantic Bleep nel realizzare questo "The Sense Apparatus" abbiano risentito delle forti aspettative che accompagnavano il loro esordio sulla lunga distanza.
Lo stile odierno della band si distacca da quello più black del demo, per assumere connotati maggiormente progressivi e sperimentali, che mi hanno fatto pensare più volte ad una rivisitazione dei Voivod di "Angel Rat" con accenni dark-gothic molto vicini a quelli sperimentali utilizzati dai Madder Mortem (non a caso il bassista e vocalist Paul Mozart Bjørke ha militato nel combo norvegese e la loro cantante Agnete M. Kirkevaag è ospite in buona parte dei brani della tracklist) in "All The Flesh Is Grass". L'idea di base è ottima e in alcuni brani il risultato è grandioso: "The Expulsion", "But A Memory" e Mandaughter" rivelano il grande talento del gruppo norvegese per melodie tristi e magniloquenti, accompagnate da un tessuto progressivo che non esita a sporcarsi con retaggi estremi.
Peccato che il disco non sia tutto di questo livello e altrove (per fare un esempio la lunga "Nebulous Termini") la band finisca per perdere il filo del discorso compositivo, rendendo la propria proposta noiosa e inconcludente; ed in ogni caso le scelte stilistiche della band appaiono ancora abbozzate potendo essere meglio sviluppate nel corso del disco (ma qui si parla di una maturità compositiva che è difficile trovare in un disco d'esordio).
Il problema sta proprio qui: i Frantic Bleep hanno osato, ma senza aver ancora i mezzi necessari per poter realizzare una proposta sperimentale, che risulti anche valida sotto l'aspetto musicale. Ciò non toglie che il disco in sè sia ben realizzato e gradevole, così come è da ammirare la scelta di abbandonare lo stile vincente del demo per tentare una propria via personale, ammantata di dark gorhic, al black avantgarde, ma il tutto non è stato portato alle sue massime potenzialità.
Da segnalare l'ottimo packaging, oltreche una produzione calda ed efficace, che rendono maggiormente appetibile questo cd; se siete dei fanatici del black avantgarde acquistatelo pure non farete fatica ad apprezzarlo tenendo conto che si tratta di un esordio; per gli altri consiglio un attento e ponderato ascolto.
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