EXECRATION (Nor): ODES OF THE OCCULT
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06/06/2011Secondo album per i deathster norvegesi, cronologicamente rimasti alla seconda metà degli anni 0ttanta. Perchè il sound che propongono risente tantissimo l'estremo dei primordi, quello di Autopsy, Venom, Necrovore, Incantation. Quello che caratterizza lo stile degli scandinavi è una lenta pesantezza, con un riffing davvero old school, quando l'estremo era una massa poco sfumata di thrash, black, death. Oltre a questi elementi dobbiamo registrare una certa "pesantezza" nel sound, un certo orientamento doomegiante. Si inizia con la title track, un macigno infernale e pachidermico che è emblema di quanto detto fin ora: tempi lentissimi, growl catacombali, direttamente dagli inferi, riff grezzi ed essenziali a metà strada tra death e black. I tempi, poi, sono un continuo stop-and-go tra blast beat furiosi e rallentate improvvise. Se non fosse per la produzione eccellente, chiunque scambierebbe "Unction" con l'ennesimo brano inedito degli Incantation. C'è davvero poco da dire di fronte a monumenti alla morte come la lunghissima "A Crutch Of Consolation", sulfureo capolavoro di pesantezza con momenti altalenanti tra d-tempo da suicidio e sfuriate grezze e violentissime a là Venom. Con "Obsession" siamo più vicini al black che al death, ma con "Grains" siamo di nuovo negli inferi con quei riff così brutali e polverosi, l'arpeggio semplice e inquietante che emana una carica mortifera che si consuma nella morbidangeliana "High Priest". Produzione a parte, questo è un disco che nasce datato pertanto non ci sembra neanche il caso di spenderci parole a riguardo, chi doveva capire ha già capito.
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