ELUVEITIE: Ategnatos
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11/10/2019Nuova fatica in studio per gli Svizzeri Eluveitie, progetto che partendo da un death metal piuttosto ruvido, con innesti di musica folk, ha poi virato verso acustici fraseggi ed oggi più moderne interpretazioni del concetto pagan. 'Ategnatos' continua idealmente su quella strada, estremizzando talvolta il sound, in una sorta di melodic death metal decisamente attuale ed addolcendo il tutto con riff e strutture che oseremmo dire pop. Il marchio di fabbrica, un po’ come per i più recenti Amon Amarth, è riconoscibile non tanto per la personalità quanto per la ciclicità di produzione ed armonie che si vanno a susseguire. Album epico, ma che ai nostri occhi suona vuoto. La frizzantezza si sente, come anche la voglia di mostrare i muscoli, finendo poi in quel ritornello o concessione che non ha il sapore però del genuino. Gli strumenti folk, talvolta inusuali, non bastano di per sé stessi a rendere emotivamente coinvolgente i pezzi. Non basta allora il fraseggio epico o il retrogusto di boschivi e fugaci amori per rendere sensibile il disco. Non manca il trasporto e la forza che in passato hanno caratterizzato gli Eluveitie, ma il lato death, come anche la voce più urlata riecheggiano di forzatura, un’artificiosità che ci sentiamo sia espressione di un voler pigiare sull’acceleratore anche quando non si vorrebbe farlo. Non per forza bisogna accontentare tutti e soprattutto chi pretende metal estremo. Non vogliamo bocciare Ategnatos, il cui limite è la ripetitività ed un clichè di chitarre graffianti che si allinea a cose già viste e già abusate nella scena. Ci saremo aspettati qualcosa di meglio, perché non è detto che essere più cattivi sia per forza sinonimo di ritorno alle origini; forse una naturale evoluzione ad altre strade sarebbe risultato più spontaneo.
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