ELDER: Omens
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09/04/2020Una delle band attuali che hanno donato allo stoner rock quegli elementi di virtuosismo aggiuntivi che hanno reso la loro proposta musicale così originale sono i bostoniani Elder. Fin dal loro debutto omonimo, passando poi per il monumentale ultimo album sulla lunga distanza ‘Reflections Of A Floating World’ del 2017, la band capitanata da Nick DiSalvo ha inciso parecchio nel panorama stoner e psichedelico, dando in ogni album elementi e tocchi decisamente colorati dati soprattutto dalle continue peripezie chitarristiche del proprio leader. Recentemente la band ha inciso un Ep chiamato ‘The Gold & Silver Sessions’, in cui è stato dato ampio spazio alla componente psichedelica della band, e sprazzi di questa dimensione li troviamo anche nel nuovo album della band, ‘Omens’, che consolida altresì il rapporto con la Stickman Records. In realtà, in ‘Omens’ troviamo sia spunti più dilatati e stilisticamente psych, che i consueti ed arrembanti percorsi rockeggianti in salsa progressive tanto cari a DiSalvo e soci. Nei precedenti album, soprattutto ‘Reflections…’ e ‘Lore’, godiamo brani che sono pienamente elettrici e potenti praticamente dall’inizio alla fine, carichi di atmosfere spaziali da spezzare il fiato, nonché dotati di un grande eclettismo tale per cui questi colpiscono subito al primo impatto l’ascoltatore, che viene praticamente steso dai suoni propagati (per fare degli esempi, i brani “Sanctuary” e “Compendium” dai rispettivi album). In ‘Omens’ questa caratteristica viene fuori nella sua totalità in alcuni brani, come la title-track di apertura e "Embers", brano che ha anticipato l'uscita del disco, entrambi ampiamente distintivi dello stile-Elder. Mentre nel resto dell'album questa prorompenza è presente solo a tratti, non dando nella loro totalità quella scossa elettrica che ci si può aspettare da una band come gli Elder, che dal vivo sappiamo non fare prigionieri, se sono particolarmente in vena. Il loro stoner progressivo si dimostra sicuramente efficace, ma non travolgente ai primi istanti. Complice anche un lavoro che contempla anche parti psichedeliche e dilatate, figlie dell’ultimo EP e dove l’apparizione amichevole alle tastiere del nostro Fabio Cuomo è risultata importante nella tessitura di quei sottofondi musicali su cui si poggiano le sfumature più riflessive dell’album, gli Elder hanno quindi optato per un prodotto da sfogliare e studiare in maniera ripetuta, per cercare di coglierne tutti i lati positivi, e alla fine farsi coinvolgere. Sostanzialmente, è questa una delle differenze sostanziali che si possono notare tra ‘Omens’ e gli album precedenti, dato che, generalmente, le qualità chitarristiche di DiSalvo rimangono indiscutibili, come anche la presenza ritmica dirompente del basso di Jack Donvan risulta di primo piano, coadiuvato dalla chitarra ritmica di Michael Risberg, altra novità della struttura della band dato che, fino adesso, lo abbiamo visto all’opera solo nelle esibizioni dal vivo. ‘Omens’ si rivela, quindi, essere un album più che buono, ma che necessita di una sessione di ascolti ben calibrata e ragionata per poter arrivare, nella mente soprattutto dell’ascoltatore fedele della band e dello stoner-psych in generale, quantomeno vicino ai livelli del resto della discografia.
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