EDGUY: Space Police - Defenders Of The Crown
data
19/04/2014Dopo aver arricchito ulteriormente il proprio palmares con il buonissimo quinto atto della saga Avantasia, è giunto il momento per l'istrionico Tobias Sammet di richiamare i suoi vecchi amici e il producer Sasha Paeth per un nuovo capitolo targato Edguy, circa tre anni dopo l'uscita di 'Age Of The Joker', disco a nostro parere assolutamente valido, e che li ha lanciati ai vertici delle classifiche in Germania, ma che non è stato esente da obiezioni provenienti da una parte dei fan della prima ora che mai si stancano di puntare l'indice contro la band originaria di Fulda per aver rinnegato gli inizi power a favore di un sound certamente più accessibile, nell'aver spostato con una certa decisione il mirino verso l'hard classico (e anche melodico) a partire dalla pubblicazione del controverso 'Rocket Ride', che ha in pratica dato il via ad una specie di nuovo corso (a dire il vero accenni di mutamento li avevamo già percepiti nello splendido 'Hellfire Club'). Questa nuova release mantiene grosso modo inalterate le caratteristiche delle più recenti prove in studio, quindi chi segue le gesta della band saprà più o meno cosa attendersi, senza particolari elementi destabilizzanti. Ad ogni modo gli Edguy sono un gruppo con il sale in zucca, per cui si guardano bene di tagliare in toto dal loro background il genere che li ha lanciati nel mondo musicale (e le critiche si rivelano quindi in buona parte infondate): infatti sonorità impostate sul power le possiamo trovare nell'iniziale "Sabre & Torch", non estasiante, ma è la dimostrazione di quanto siano ancora capaci di premere il pedale dell'acceleratore, concetto ribadito con esiti ottimali in "Defenders Of The Crown", in "The Realm Of Baba Yaga" e "Shadow Eaters", dotate queste due di ritmiche serrate, ma anche di piacevolissimi refrain happy acquisiti dal duo storico Gamma Ray/Helloween. Sempre 'calda' l'ugola di Tobias, unica nel suo genere, magari con qualche concessione in meno rispetto al passato a livello di acuti, ma forse a garanzia di una profondità di espressione, lasciando intatta quella vigorosa componente ironica che imprime quel 'quid' in più di ecletticità capace di dare linfa vitale ad un paio di brani su cui obiettivamente non punteremo un centesimo come "Love Tyger", o "Do Me Like A Cavemen". Con in dote un'amalgama tra i membri più unica che rara (la line-up è integra dal 1998), gli Edguy se ne infischiano di accuse e maldicenze e continuano invece a produrre musica di qualità, con quel pizzico di voglia di scazzare che li ha sempre animati da più di venti anni e che, siamo sicuri, non verrà mai meno.
Commenti