DYNAZTY: Titanic Mass
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04/07/2016Il passaggio avvenuto due anni fa alla Spinefarm Records da parte della band svedese è praticamente coinciso con il completamento della metamorfosi del sound, in cui l'hard rock/hair metal ha lasciato spazio ad un heavy metal tendente al power dalla struttura più moderna in modo da svecchiare la loro proposta e renderla più appetibile alle nuove generazioni; i consensi positivi sono stati pressoché unanimi, e questo ha indotto il five-piece a continuare su questa strada. Riffoni quadrati e bombastici alternati ad altri stoppati da parte della collaudatissima coppia d'asce Rob Love Magnusson e Mike Lavér capaci anche di dar vita a guitar solo di primo livello, un lavoro di batteria dal grande impatto caratterizzato dal frequente uso della doppia cassa, e la voce di Nils Molin, come sempre incontenibile, pronto a guidare la truppa con le sue vocals melodiche, ma incisive sono le armi che oggi i Dynazty sfoderano. Gli arrangiamenti sinfonici sono il fiore all'occhiello di questo nuovo lavoro, semplici, ma strabordanti di carica adrenalinica: ascoltate "The Human Paradox" e capirete, poi quando le due mitraglie entrano in azione non ce n'è per nessuno. Di refrain esplosivi e chorus da cantare a pieni polmoni ne potete trovare a bizzeffe, "Roar Of The Underdog" abbellita dalla presenza di tastiere dai risvolti prettamente moderni, "Keys To Paradise", con queste più in sottofondo, ma è goduria allo stato puro (forse uno dei pochi punti di contatto con le produzioni remote), sono gli esempi più calzanti. Prevalgono atmosfere sinistre e inquietanti che poi esplodono in refrain dall'alto tasso di melodicità, l'intensità e il furore regnano incontrastati (l'unico momento di rilassamento lo si riscontra nella conclusiva "The Smoking Gun"): signori, questi sono i Dynazty oggi! Nils e soci hanno fatto ancora una volta pieno centro, e al momento attuale 'Titanic Mass' si rivela indubbiamente una delle migliori uscite di questo primo semestre, giusto un gradino sotto i campioni Primal Fear.
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