DESULTORY: Counting The Scars
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10/01/2011Scoprii la band grazie al libro di Nicola Costantini, quel libro ora giunto alla seconda edizione, e che fa una bella full immersion nella scena svedese di tante annate. La differenza tra i vecchi e nuovi Desultory è difficile da descrivere. I loro cd sono sempre stati tutti degli ottimi lavori, a parte quello 'Swallow The Snake' che se non erro risultò una sorta di esperimento stoner-metal. Dopo tre ottime demotapes la band uscì con l’EP 'Forever Gone'. Cosa fa da padrone in una band death metal svedese anni ’90? Facile: chitarre ribassate, il tipico tempo di batteria forsennato e voce graffiante, velenosa. Mi soffermo su questi ultimi due elementi. Novità ce ne sono a bizzeffe. Le chitarre si sono fatte più nervose, più curate e particolari. La voce di Klas scava di più, certe volte ricorda quella di Tompa nei The Crown, mentre la batteria non solo si concede ai tipici tempi swedish, ma anche a passaggi più intricati. Elementi questi che rendono 'Counting Scars' un disco non ottimo, ma sicuramente valido, con quel quid in più che dà ai Desultory la marcia che gli è sempre mancata dai tempi pur sempre gloriosissimi di 'Into Eternity'. Mi fa piacere perché la band ha dimostrato coraggio. I tre quarti d’ora proposti sono un'autentica bordata da ascoltare assolutamente.
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