DEFLORE: Egodrive
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18/06/2010A due anni di distanza da Human Indu[b]strial, tornano Emiliano e Christian con un platter dai toni più distanti da un certo mood claustrofobico. Ricordo con piacere ancora brani come "Emostatico", o "Orto D-Ossa" che castigavano il povero ascoltatore con toni ora devoti ai NIN più perfezionisti e violenti, ora pacati come i più disturbanti Godflesh. 'Egodrive' sembra sotterrare l’ascia da guerra con l’intro "Evil Whales", ma non appena attaccano le chitarre dell’opener quell’ossessività che contraddistingue i Deflore è ritornata per segnarci l’anima. I suoni in continuo contrasto, tramortiti da un loop massacrante, si dissolvono in spoken in lontananza e samples in continuo attrito. Non è da meno "Servo", costruita su una struttura quasi epica nell’incedere e la nervosissima "Saturazione". Alcune tracce rimandano all’Aphex Twin del periodo 'Selected Ambient Works', e ad alcune cose dei Massive Attack ("Contesto" sarebbe interessante riascoltata con Robert Del Naja in feat.). "Ferox", della durata di quasi sette minuti tiene serrato il ritmo con delle vocals filtrate e chitarre aggressive al punto giusto: un tocco quasi prog, si unisce al sound dei romani.
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