DARK FOREST: Oak, Ash & Thorns
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01/05/2020Un ritorno in grande stile per la band albionica che non si può certo additare come esempio di prolificità, con questo siamo al quinto album in diciotto anni di carriera discografica, ma ciò forse ha consentito al quartetto di affrontare le proprie sfide sempre con la giusta convinzione realizzando prodotti di livello, mantendendo quel sound tra metal tradizionale, suggestioni epiche e folk e una spruzzata di power per dare quel pizzico di energia in più che male non fa. La partenza è di quelle arrembanti e soprattutto in "Wayfarer's Eve" e "The Midnght Folk" le tematiche epiche sembrano svilupparsi nel modo più appropriato mentre in "Relics" i Maiden fanno più volte capolino con fortuati esiti, ben replicati nella successiva "Rising" che rimembra in parte il sound dei nostri Elvenking con il singer Josh Winnard pienamente a suo agio in questa fattispecie. I ritmi rallentano nella title track ma il riffing è molto ben articolato e le parti folk acustiche quando chiamate in causa si inseriscono bene, ne deriva qualcosa di molto evocativo in parte assimilabile ai Blind Guardian d'annata. Le due asce Horton/Jenkins non saranno tecnicamente dei mostri ma hanno la capacità di architettare riff sempre incisivi e di piazzare le parti soliste con assoluta perizia, il tutto appare scorrevole anche nella parte finale in cui spicca "Eadric's Return", una cavalcata con chitarre schioccanti ed esaltante nel guitar solo, una perfetta fotografia che mette in mostra il loro piglio più genuinamente epico mentre la strumentale "Heart Of The Rose" è la giusta chiusura di questo gioiellino che farà breccia in quel bacino di utenza legato al metal più classico e vintage.
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