DARK ANGEL: DARKNESS DESCENDS
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31/03/2006Autori nel 1985 di un debut non certo entusiasmante i Dark Angel ritornano l’anno successivo con un nuovo lavoro capace questa volta di lasciare il segno e di ritagliarsi il giusto spazio all’interno del movimento thrash, che in quegli anni gode del massimo splendore. Mi è sempre piaciuto considerare “Darkness Descends” come un nuovo “Hell Awaits”, ma sebbene anche qui siano ancora evidenti certi richiami ai supremi padri Slayer (buona parte dei riff), l’inconfondibile trademark dei Dark Angel comincia a prendere forma e a svilupparsi attraverso composizioni claustrofocbiche e spietate. In sette brani il quintetto americano dà vita ad un’oscurità letale che tormenta l’ascoltatore dal primo all’ultimo istante grazie a ritmiche martellanti e a fittissime trame di chitarra che lacerano e tramortiscono a ripetizione. Se poi andiamo a leggere le lyrics allora è chiaro che l’idea di fondo di questo lavoro è una sola: dar vita ai nostri peggiori incubi, con zombie affamati, fiamme infernali e la morte che, impietosamente, è sempre in agguato. La produzione, dannatamente cupa e feroce, contribuisce a rafforzare il concept ideato dalla band e permette di apprezzare la coesione di un gruppo di musicisti dove tutto funziona alla perfezione, con un Gene Hoglan sempre monumentale nel comandare la devastazione e un Don Doty che “canta come se stesse per morire” (testuali parole dello stesso Hoglan). Chiunque adori il thrash metal più maligno e sulfureo non può sfuggire ai suoni sinistri di capolavori come “Hunger Of The Undead”, “Merciless Death” o “Death Is Certain (Life Is Not)”.
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