DANIELE LIVERANI: Worlds apart
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09/11/2019Dunque, che vogliamo dire ad uno che scrive, compone musica, tutta la musica, e per tutta intendo per violino, contrabbasso, fiati, ottoni, pianoforte, chitarra? A uno che spazia tra tutti i tipi di musica con una facilità simile a quella con cui noi comuni mortali passiamo dalla birra al vino? E mica si ferma qui? No, ovviamente. Rende il tutto omogeneo, lo mette nel quinto disco strumentale della sua carriera, te lo mette disponibile per il mercato on-line e poi, per completare l'opera di bombardamento, chiama nella formazione della sua artiglieria musicale gente del calibro di Simone Ciccotti alle batterie, che per capirci è stato il picchiatore di pelli e piatti per un signor nessuno di nome Russell Allen nel suo tour METAL FOR AUTISM TOUR 2017. Tanto per dirne uno a caso preso dalla sconfinata line-up di questa pubblicazione (la line up completa la trovate, a differenza del solito, nelle immagini che accompagnano questa recensione). Passiamo ai soldoni suonati, che qui non si va per campi a contare i fili d'erba. Parliamo, dunque, di una fatica musicale che al primo ascolto non risulta essere omogenea, nè avere un filo conduttore: mi apri con un pezzo tra il prog heavy, con chitarre in più omofone su diverse ottave e poi, dopo manco 10 minuti, parte un pezzo orchestrale classico con fiati, violini e movimenti che ti sembra la prima di Tchaikovsky a Londra nel 1871? Si, Liverani lo fa, e lo fa anche bene. Sembra un disco disomogeneo, che va per strade che noi non possiamo seguire, per cui ogni canzone non è solo a sè stante, ma è un mondo diverso e diviso da tutte le altre. E senza la sua guida, non potremmo mai riuscire a trovare la via in quell'intrico barocco di fili. La linea tendente al classico delle sue influenze però è il leit motif che lega questi mondi paralleli. E si sente parecchio. Se lo si sente con il presupposto di ascoltare una composizione di musica classica contemporanea, il disco tutto diventa un monolite. Compatto, unico, omogeneo. Forse, la pecca di questo lavoro è che è un po' troppo autoreferenziale, dedicato a chi ha lo stesso tipo di orecchio, studio, gusto e capacità di Daniele. Non è per tutti, e questo non è per forza un male.
P.S.: vi lascio in questa riga un fatto bello assai che il nostro polistrumentista ha donato a noi vecchi dinosauri del supporto fisico: il link per scaricare le immagini per poter fare la propria copia materica di questo album distribuito solo on line. Questa cosa a me ha fatto andare in sollucchero...http://www.danieleliverani.com/DanieleLiverani-WorldsApart-CDArtwork.zip. Ovviamente, dopo aver scaricato il disco dal suo sito, furbacchioni!
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