COURSE OF FATE: Mindweaver
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01/06/2020'Mindweaver' è il titolo dell'album di debutto dei Course Of Fate, benchè vada subito messo in chiaro che non parliamo di certo di un gruppo alle prime armi: la band norvegese è stata fondata dal chitarrista Kenneth Henriksen già nel 2003, e ne sono seguiti una serie di demo, fino al primo Ep ufficiale, 'Cognizance', del 2013. I lavori per il nuovo disco sono iniziati poco dopo, sin dal principio con l'idea di realizzare un concept album, per quanto poi la realizzazione del lavoro si sia protratta per un po' di anni. Ad ogni modo, per il concept la band ha voluto ispirarsi al poema "Antigonish" di William Hughes Mearns, unendo a quel tipo di atmosfere l'idea di inserire la figura di un leader abile a fare proseliti. Ne è venuta fuori la storia di un uomo che ha continue visioni sulla fine del mondo e riesce a convincere masse di persone a riconoscere in lui la guida in grado di evitarla, nonostante tuttavia il protagonista possa essere stato semplicemente vittima di allucinazioni causate da una malattia mentale. Ad ogni modo, musicalmente il combo norvegese riesce ad associare al concept un mood spesso ipnotico e carico di pathos, cercando di coniugare un'esecuzione tecnica con un sound che riesca a trasmettere emozioni: il risultato è un prog metal che trae influenze sia da capisaldi del genere come i Dream Theater, sia da una certa scuola nordeuropea (Pagan's Mind, Circus Maximus). Possiamo dire che in effetti la band riesce nel suo intento e l'album è interessante, con alcune tracce che spiccano, quali ad esempio "Endgame", "Wolves" e la lunga suite "The Faceless Men", divisa in due parti. Per contro, la sensazione è che, in alcuni episodi, sicuramente molto validi come "Utopia" o "Drifting Away" (peraltro in quest'ultima c'è un bellissimo assolo, carico di feeling), il combo norvegese tuttavia indugi troppo su parti più introspettive, dando la sensazione che il brano possa decollare e cambiare passo, senza che poi questo di fatto avvenga: un aspetto, questo, che potrebbe essere determinato in parte dal fatto di aver scelto questo concept, che per certi versi sembra esaltare alcune caratteristiche dei Course Of Fate, ma in qualche misura rischia anche di ingabbiare la loro vena espressiva. In ogni caso, "Mindweaver" rappresenta senz'altro un bell'esordio, probabilmente anche tardivo rispetto alle qualità del gruppo, sicuramente da tenere d'occhio.
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