CAVE IN: Final Transmission
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06/06/2019Ci sono eventi che cambiano definitivamente il corso della carriera di una band. Nel caso dei Cave In, l’improvvisa morte del bassista Caleb Scofield ha avuto l’effetto di una scossa tellurica; dopo una sessione di registrazione di una settimana in Massacchusetts, Scofield è morto in un incidente stradale mentre tornava dalla sua famiglia in New Hampshire. Dopo un inevitabile primo periodo di rabbia ed incredulità, la band decide di andare avanti organizzando vari live con l’obiettivo di raccogliere fondi per la famiglia di Caleb (che ha lasciato una moglie e due figli), per poi decidere di portare a termine le registrazioni iniziate a febbraio 2018 con lo stesso Scofield. Registrazioni che portano infine a questo ‘Final Transmission’, nove brani inevitabilmente intrisi di dolore e senso di perdita per l’amico che non c’è più. L’obiettivo dell’album, ovvero fare un excursus di tutte le atmosfere proposte dai Cave In da ‘Jupiter’ sino al precedente ‘White Silence’, è pienamente raggiunto; le demo sono state incise su di un registratore a quattro piste, con aggiunte minimali di chitarre e batteria, per poi essere lavorate da Andrew Schneider e James Plotkin. Il risultato finale è meravigliosamente grezzo ed essenziale, e l’atmosfera spacey dei brani (tra cui la bellissima traccia promozionale “All Illusion”) ne giova profondamente. La difficoltà del resto della band nel portare al termine le registrazioni traspare in vari punti della tracklist (composta da nove brani), ed il punto massimo a livello emozionale è certamente la title track ed opener del lavoro, una nota vocale inviata da Caleb alla band, contenente l’idea per un nuovo brano (si tratta di un breve bozzetto alla chitarra con un accenno vocale). La stessa “All Illusion” e la conclusiva (ottima) “Led To The Wolves” sono indicate da Steve Brodsky come fortemente influenzate dal bassista scomparso. I Cave In in definitiva omaggiano l’amico e collega con un signor disco, convincente ed emozionante: rimane da capire cosa succederà in futuro, ma se questo fosse il testamento definitivo della band statunitense, non ci sarebbe davvero niente da rimpiangere.
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