BLOODBATH: RESURRECTION THROUGH CARNAGE
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24/01/2008Una formazione stellare per una band fiera portatrice del vessillo del più conservatore e old school swedeath, quello dei Grave, degli Hypocrisy e dei Dismember, per intenderci. Parlavamo della formazione, e vi basti sapere che i Bloodbath schierano alla voce Mikael Akerfeldt degli Opeth, Anders "Blakkheim" Nyström e Jonas Renske dei Katatonia rispettivamente alla chitarra e al basso e Dan Swano degli Edge Of Sanity (più altri mille progetti) dietro le pelli. Come anticipavamo, il sound proposto dai Bloodbath è un vero e proprio ritorno alle origini del death svedese, quindi è facile immaginare a cosa ci troviamo di fronte: riff taglienti e diretti, con pochi fronzoli, ritmiche incalzanti e lineari, fraseggi melodici semplici e azzeccati. Il tutto suonato molto bene, prodotto anche meglio e con il carismatico Akerfeldt che con il proprio apporto conferisce maggiore aggressività e stile al full lenght. Ma la domanda sorge spontanea: per realizzare un lavoro simile, nel 2002, è davvero necessario riunire quattro "star" del metal? E, soprattutto, non sarebbe lecito aspettarsi qualcosa di più? Io sono il primo a dire "si", ma forse i nostri, che hanno dei progetti personali assolutamente non banali o scontati, hanno tutt'altro scopo con i Bloodbath. E, poco ma sicuro, non quello di sperimentare o innovare. In ogni caso, allo stato dell'arte, noi registriamo. Non si possono fare processi all'intenzione, però sappiate di trovarvi di fronte a un lavoro ben realizzato, all'altezza dei propri creatori, ma estremamente conservatore (sto sforzandomi di non dire banale o scontato) e per nulla innovativo. Ora lo sapete. P.S. Sono state realizzate delle copie in vinile a tiratura molto limitata di questo album.
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