BLINDEAD: Affliction XXVII II MMIX
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07/06/2011Cosa hanno in comune Neurosis (e relativi epigoni Cult Of Luna e Disbelief), Cousteau, Pearl Jam, e Woven Hand? Nulla. O meglio, i Blindead riescono ad accomunare in un solo disco tutte le band sopracitate. Concept album che verte sul dolore e sul tormento che attanaglia una bambina autistica; si dipana in un continuum sia concettuale (i brani letti uno dopo l'altro creano una frase di senso compiuto), sia musicale. Infatti, non c'è intervallo tra i brani, ma si intersecano uno nell'altro creando un unico divenire. Il minimo comune multiplo di questo disco sono i Neurosis con le loro elucubrazioni post-core di 'Through Silver In Blood', non sono solo gli scenari post-apocalittici e claustrofobici a farla da padrone in quanto la monoliticità viene mitigata ad intervalli regolari da overture melodiche che permettono alle orecchie di riposarsi, e di essere più ricettive per la successiva colata lavica. Quello che più colpisce di questo disco, oltre all'ecletticità dei riferimenti, è la prestazione degli strumentisti (si sente che i brani sono molto ben costruiti e suonati, la perizia traspare anche dai trascorsi in band quali Behemoth e Immemorial solo per citarne alcune), e del singer capace di farsi apprezzare in sussurri, clean vocals e urla strazianti a secondo delle emozioni che vuole trasmettere. Mantenendo come struttura di base il post-core, si passa senza colpo ferire dalle funeree note di "Self-consciousness Is Desire ai Pearl Jam di "Affliction" e So It Feels Like Misunderstanding, dai Cousteau di "After 38 Weeks" (con tanto di tromba) si ritorna sulle tracce dei Neurosis nella stupenda e toccante "My New Playground Became" dove la fa da padrone il contrasto tra l'urlato maschile e la voce eterea della cantante; pura sperimentazione in "Dark And Grey", e richiami ai Woven Hand in "All My Hopes And Dreams Turn Into". Ho ancora la pelle d'oca.
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