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DARK TRANQUILLITY: Endtime Signals

data

30/08/2024
76


Genere: Melodic Death Metal
Etichetta: Century Media Records
Distro: Sony
Anno: 2024

Prosegue il processo di rinnovamento della line-up dei Dark Tranquillity: dopo il cambio alle chitarre avvenuto negli anni scorsi (peraltro, non è più in formazione neanche Chris Amott), stavolta è la volta della sezione ritmica, con l'innesto di Christian Jansson (Pagandom) al basso e di Joakim Strandberg-Nilsson (In Mourning) alla batteria, che vanno così ad aggiungersi ai due veterani superstiti Mikael Stanne e Martin Brändström e al chitarrista Johan Reinholdz. A livello stilistico e concettuale, il nuovo "Endtime Signals" non sembra volersi discostare molto dal precedente "Moment", ma con questi cambiamenti inevitabilmente delle differenze ci sono. In linea di massima, le chitarre ci sembrano poste più in primo piano, con la conseguenza di un sound che vuole essere spesso più potente e di maggiore impatto, sorretto peraltro dalla nuova sezione ritmica, veloce e alquanto tecnica, perdendo però così un po' di quel mood che era riuscito molto bene invece in "Moment" e persino con pochi assoli. Il risultato, in generale, è quello di un album più dark e con una sottile vena pessimistica più accentuata, che si riscontra in qualche modo anche nei testi dove, in generale, Stanne manifesta una sorta di senso di impotenza per come l'umanità di fatto si adoperi per distruggere vite e lo stesso pianeta. La tracklist comprende certamente ottimi brani come l'opener "Shivers And Voids", "Neuronal Fire" o "Drowned Out Voices", dove viene fuori l'essenza stessa dei Dark Tranquillity, con la loro capacità di far convinvere grinta, potenza e melodia. Un po' più sperimentale è invece "Our Disconnect", più solenne e a tratti cinematografica, alla quale fa eco "A Bleaker Sun", fatale e quasi minacciosa nel suo testo. Si cambia decisamente registro con un paio di tracce: è infatti più soft e carica di feeling la conclusiva "False Reflection", mentre è addirittura toccante "One Of Us Is Gone", dedicata a Fredrik Johansson, ex chitarrista della band negli anni '90, prematuramente scomparso nel 2022, per la quale la formazione svedese si avvale anche dell'apporto di archi suonati da alcuni musicisti della Gothenburg Symphony Orchestra. Diciamo che "Endtime Signals" è sicuramente un buon disco, però gli importanti e massicci cambi intervenuti in line-up negli ultimi anni richiedono probabilmente un minimo periodo di assestamento che consenta ai nuovo arrivati di inserirsi; questi ultimi, indubbiamente, hanno apportato una ventata d'aria fresca alla band, ma in qualche frangente emerge come magari vada ancora perfezionata qualche piccola cosa in termini di affiatamento e amalgama tra i nuovi membri e la vecchia guardia, in modo da trovare un equilibrio ottimale. 

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