ARCKANUM: ÞÞÞÞÞÞÞÞÞÞÞ
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29/06/2009Dopo aver dato l’addio alla Carnal Records nel novembre del 2004, la one-man band svedese si appresta alla definitiva consacrazione. Dimenticate lo scialbo 'Antikosmos', perché Johan Lahger, torna a fare le cose in grande, con delle sonorità pazzesche e ritmi frenetici che non vi leverete per un po’ dalla testa. Ma poi dimenticavo! Sotto l’ala protettrice della Debemur Morti, ve ne sono di bands valide, come Archgoat, gli italiani Kult o (V.E.G.A.), ma questo nuovo disco del progetto Arckanum, sicuramente spazza via tutti. É un black metal maestoso, glaciale, mai grezzo. L’opener sembra una versione vitaminizzata dei Dissection che sarebbero potuti essere dopo 'Storm of the Light's Bane', missata all’epicità degli ultimi (migliori) Melechesh e Atomizer. Non mancano i momenti di death metal di stampo old style, esempio datoci dall’up tempo di "Þann Svartís", sorretta da un riff thrasheggiante ed un assolo che fa molto Amon Amarth (ve lo ricordate il primo grandissimo disco?). Sono accenni e influenze queste, che fungono come ben sapete da orientamento, anche perché i brani contenuti in questo cd, non hanno certo bisogno di confronti. La violenza gratuita, sprigionata da "Þyrpas Ulfar", è inaudita, e intanto tra "Þursvitnir" e "Þá Kómu Niflstormum" (più marziale incerta nel suo incedere), Mr. Johan ci dimostra anche come non far calar l’attenzione con brani più lunghi, e sperimentali (la folkeggiante "Þrúðkyn"). Solo due parole: da avere.
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