ANTHRAX: STATE OF EUPHORIA
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26/03/2004Bissare il successo di un album esemplare come “Among The Living” era un’impresa davvero difficile; gli Anthrax ci hanno provato, sfornando comunque un lavoro pregevole che non fatica a collocarsi nella top five della discografia di sempre della band newyorkese. Rispetto alle precedenti release, ci troviamo di fronte per buona parte dei casi a brani meno immediati, memorizzabili meno facilmente, che si snodano su strutture decisamente articolate, tanto da costringere l’ugola di Belladonna a vere e proprie acrobazie. Il due brani d’apertura appartengono alla specie di quelli che resistono allo scorrere del tempo: “Be All, End All”, “Out Of Sight, Out Of Mind” sono perfetti esempi di cosa sia una thrash metal song per gli Anthrax, con ritmiche marcate e sempre in primo piano e la melodiosa voce di Belladonna impegnata a tessere trame sinuose e inimitabili. Diciamo che questo “State Of Euphoria” è un altro grande esempio del talento compositivo del combo di Scott Ian, che ancora una volta riesce a proporre qualcosa di convincente pur non restando sempre ancorato alle classiche atmosfere che avevano caratterizzato la musica degli Anthrax in precedenza. In questo senso il principale aspetto a seguire questo trend è quello legato alle lyrics, che, in modo più insistente che in passato, affrontano temi delicati e di non facile argomentazione come il razzismo e l’intolleranza in “Schism” (con un ritornello letteralmente sk… sk… skizzato), oppure la religione in “Make Me Laugh”. Il resto dei brani si mantiene su livelli qualitativi certamente apprezzabili e ciò è dovuto non solo alla freschezza del thrash metal sviluppato dalla band, ma anche alla struttura mai banale di ogni singola composizione (a tal proposito non si può non elogiare il lavoro mostruoso di Benante alla batteria). Un ultimo accenno per “Antisocial”, cover dei Francesi Trust rivitalizzata dai nostri in maniera impeccabile. Non è un lavoro immediatamente assimilabile, ma una volta messo nel lettore, difficilmente si riuscirà a toglierlo. È un album che ti prende pian piano, che ti trascina con sé e da cui difficilmente riuscirai a fuggire, quassi fosse il vortice rappresentato in copertina…
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