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AFTER FOREVER: PRISON OF DESIRE

data

20/12/2003
90


Genere: Symphonic Gothic Melodic Dark Metal
Etichetta: Transmission
Anno: 2000

Come un ciclone su una città di fango, arrivano gli After Forever a molestare i cuori dei poveri amanti di sonorità sinfonico goticheggianti. Sulla scia di band ben più affermate come Theater Of Tragedy (quelli dei primi dischi, sia inteso), Nightwish e soprattutto Tristania, gli After Forever si presentano alla grande con questo "Prison Of Desire", sfoggiando una melodia ed una grinta non indifferenti, oltre che una cantante, Floor Jensen, di tutto rispetto.La proposta musicale degli After Forever tende a miscelare sapientemente sonorità classiche e sinfoniche con elementi ed influenze di stampo death melodico. Particolare è il cantato in cui la bella Floor mette in luce tutte le sue doti da soprano, intervallate qua e la dai growl del fratello Mark. Le canzoni, tutte bellissime, angoscianti ma ariose, si dipanano su partiture progressive e legate a doppio filo alla migliore musica classica e romantica. Il disco inizia con un intro corale cantato in latino ("Mea Culpa") e si sviluppa attraverso la bellissima "Leaden Legacy", un gioiello classic/prog con intermezzi soft-death (definizione strana, lo so, ma non mi viene nulla di meglio per descriverla). Il brano in questione è anche la prima parte del semi concept presente nel disco, a titolo "The Embrace That Smothers" e di cui fanno anche parte il già citato prologo "Mea Culpa", "Follow In The Cry" e "Yield To Temptation". Altre canzoni degne di nota sono "Silence From Afar" (sinuosa e malinconica in principio, per poi svilupparsi in un crescendo corale e sinfonico), "Inimical Chimera" (veloce, classica, progressiva e dalle forti connotazioni orientaleggianti), "Ephemeral" (rinascimentale e con sprazzi di ariosità da brivido) e "Beyond Me" (letteralmente MERAVIGLIOSA, soave ed in crescendo sino a scoppiare in un violento growl di Mark...un capolavoro symphonic/gothic/death) in cui Floor duetta con l'altra stupenda creatura figlia dei tulipani, Sharon Den Adel dei Within Temptation. In definitiva, "Prison Of Desire" risulta essere un album di quelli curati e ammalianti, malinconico e violento a tratti, classico e romantico... ascoltatelo e ve ne innamorerete subito.

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