BONG: Thought and Existence
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26/04/2018Nuova fatica discografica per gli inglesi Bong, approdati al loro ottavo capitolo in studio. Eco viaggia nello spazio infinito, senza disperdersi, bensì prendendo vigore da questa cassa di risonanza che si chiama anima. Universo che è dentro ognuno di noi, nel quale sensibilità, esperienze e personalità possono trovare mondi inesplorati. I Bong cercano di portarci in un’ eterea ambientazione, sound tra lo psichedelico e il doom, sfumato da prepotenti connotazioni ambient e drone. Due brani di corposa durata, in cui gli sviluppi dilatati ci ipnotizzano e ci prendono per mano idealmente in una sorta di viaggio in una bolla temporale. Sospesi restiamo a guardare ciò che ci circonda freneticamente. Tratteniamo il respiro, attimo che non ha un metro di misura e che ci abbraccia idealmente in un moto perpetuo. Potremmo paragonare questi artisti agli Om o agli Sleep, anche se in tale contesto l’aspetto ritualistico della band è più marcato e vicino al concetto di psychedelic. Come accade molto spesso risulta ostico l’ascolto del full-length per i più impazienti, poiché ci vorrà parecchio per vedere svilupparsi i brani e per ammirare la vastità del paesaggio. Specchi riflettono l’immensità, sguardi in cui ognuno di noi può intravedere qualcosa di proprio. Full-length lisergico, per certi aspetti vicino anche al concetto di stoner, capace di rapire anche palati raffinati. Il limite dell’album è forse la voglia di estendere a dismisura l’aspetto onirico del medesimo, suoni che a volte si ripetono all’accesso non portando mai davvero da nessuna parte. L’eterea immagine così non trova mai chiama materializzazione, lasciandoci sopiti a tratti. Tirando le somme, 'Thought and Existence' resta un’uscita di qualità, certamente che sarà apprezzata dagli adepti del genere, emozionante ed incorporeo come tradizione e filone richiedono.
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