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ACCEPT: STAYING A LIFE

data

21/09/2005
90


Genere: Heavy Metal
Etichetta: Epic
Anno: 1990

Registrato nel 1985 a Osaka, il primo live degli Accept viene pubblicato solo cinque anni più tardi come saluto dopo lo split dovuto allo scarso successo di "Eat the Heat". Le canzoni qui presenti provengono da "Breaker", "Restless And Wild", "Balls To The Wall" e "Metal Heart". Insomma, senza mezzi termini: il meglio del meglio. Ebbene, già la musica degli Accept è quanto di più adatto si possa immaginare per un live, ma un capolavoro di queste proporzioni credo che pochi se lo sarebbero aspettato. C’è poco da dire: siamo di fronte a una delle migliori testimonianze live dell’intera epopea hard ‘n’ heavy. Andiamo a esaminare con calma questo prototipo di concerto heavy metal… "Metal Heart" è un inno e come tale viene sfruttato dai nostri per aprire la serata. L’intro altisonante, la melodia della strofa e il famigerato assolo di Wolf sono inossidabili e la naturalezza con cui suonano gli Accept rende il tutto addirittura molto superiore alla già osannata versione in studio. La canzone è fluida e compatta come non mai e Udo dimostra un’estensione vocale fuori dal comune imponendosi fin da subito come elemento trainante del gruppo in tutti i sensi. Il pubblico è già in estasi, ma non c’è tempo neanche per respirare perché l’attacco di "Breaker" è proprio dietro l’angolo! Questa è una pietra miliare per tutto il movimento power tedesco a venire, musica da urlare con boccali di birra alzati al cielo. Con due pezzi del genere l’adrenalina è già alle stelle e ci vuole qualcosa di relativamente più traquillo per calmare le acque… Cosa c’è di meglio di una "Screaming For A Love Bite"? Capolavoro rockeggiante di facile presa, ottimo per riprendere momentaneamente il fiato… e sottolineo momentaneamente! Perchè con "Up To The Limit" e "Living For Tonight" si torna subito all’assalto! Ancora una volta è impossibile non stupirsi davanti a tanta energia. Ogni elemento del gruppo è costantemente teso ai propri limiti e non c’è una minima sbavatura che faccia storcere il naso. Suoni semplicemente perfetti, tecnica impeccabile e potenza da vendere… in una parola: classe. "Princess Of The Dawn" è una canzone un po’ prolissa che ha sempre sofferto di una certa ridondanza. Forse in un primo momento non sembrerebbe una scelta appropriata in sede live, eppure anche in questo caso la versione suonata dal vivo supera quella da studio almeno in quanto a dinamismo e coinvolgimento. Un ottimo assolo di Wolf e parte l’anthemica "Restless And Wild", ideale per incitare una folla di metallari inferociti all’headbanging più violento. Torniamo indietro ai tempi "Breaker" ed ecco che viene ripescata la storica "Son Of A Bitch" in una forma smagliante! Come vedete la concentrazione di classici in questo disco è da capogiro… Eccellente anche "London Leatherboys", altro anthem cadenzato dai tipici ritmi quadrati in pieno stile Accept. Il gruppo supera nuovamente se stesso con la seguente "Love Child"; magnifica come sempre, ma molto più grintosa della versione originale grazie a un tocco di potenza in più e ai micidiali cori sul ritornello. Roba da asciugarsi la lacrima… Gli Accept non perdono un colpo e la folla è ancora in pieno delirio. È il momento di "Flash Rockin’ Man" e "Dogs On Lead", pezzi che tengono il pubblico ben caldo in vista delle ultime canzoni. Tra le imprecazioni di Udo spicca un acuto impressionante… ed ecco quella "Fast As A Shark" che non poteva certo mancare! Veloce e aggressiva a dovere, mieterà vittime riconfermandosi come eccezionale asso nella manica degli Accept. Posizione in scaletta assolutamente azzeccata tra l’altro! Un po’ come "Painkiller" potrebbe essere l’ultima attesissima sfuriata prima della chiusura di un concerto dei Judas Priest. Sulla scia di "Restless And Wild" gran finale con la celeberrima "Balls To The Wall", conclusione pressochè perfetta con quell’incedere pesante coronato dall’esultanza della folla. Da notare dunque come la band, oltre a una prestazione generale sublime e una disinvoltura a dir poco strabiliante, abbia saputo pianificare alla perfezione una tracklist di pezzi perfettamente incastrati tra di loro in modo da non lasciare aperta alcuna falla. La scelta non sarebbe potuta essere migliore: un blocco di metallo grezzo.

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