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ACCEPT: Russian Roulette

data

23/12/2010
80


Genere: Heavy Metal
Etichetta: Portrait
Distro:
Anno: 1986

Non è facile bissare un capolavoro come 'Metal Heart', tutt'altro. La band di Solingen, con il fido Dieter Dierks in cabina di regia, ci riprova mantenendo invariata la formula vincente composta da un heavy metal tosto e diretto con inflessioni melodiche e straordinari intrecci di chitarra. A differenza del predecessore forse si utilizzano dei cori un po' troppo "epici" per la band, un po' troppo "siamo melodici, ma cattivi", ed il risultato a volte non è propriamente vincente. "TV War" parte a bomba, doppia cassa e riff straordinario. Udo qui è piacevolmente incazzato, epico il pre ed il ritornello, magico l'assolo di Hoffmann, melodia nella melodia. Il singolo "Monsterman" prosegue con un classico riff alla Accept che sfocia nel cantato in un brano piacevolmente commerciale, e con coro potente nell'inciso. La tilte track è un mid tempo a tratti alla "Balls To The Walls", il crescendo è emozionante, eroico il pre-chorus con refrain da stadio che portano all'apertura dell'inciso un po' troppo alla Manowar, un atteggiamento un attimo meno "Joey De Maio" forse avrebbe giovato al pezzo. I dubbi però vengono fugati dal bridge che è fantastico sia prima del solo, sia prima del finale. Nel brano successivo ("It's Hard to Find A Way") si avvisano echi di hard rock americano tendente all'hair metal, dolce intro pulito che ci accompagna nella strofa melodica dove, ovviamente, tutti i limiti di Udo in brani del genere vengono a galla. L'inciso, infatti, è cantato dagli altri ragazzi in modo molto pulito ed elettrizzante che fa a sportellate con lo stridulo, gnomico cantante. In pratica, da qui in poi tutto il disco prosegue su questo filone, "Aiming High" è uno splendido up tempo di gran presa, dove però l'idea di come un altro cantante con una voce pulita avrebbe dato più risalto a tutto si insinua potente. La inutilmente lunga "Heaven Is Hell" è una brutta copia di "Balls To The Walls" senza però lo stesso mordente, ed i cori cupi e bassi sono abbastanza fuori luogo. "Man Enough To Cry" riprende il discorso di "It's Hard To Find A Way", rock melodico americano di bella fattura cantato da un cantante sbagliato. In pratica, a differenza di 'Metal Heart', la qualità qui è moderatamente inferiore, anche se momenti di estasi sono sempre presenti: gli Accept appartengono a quella categoria di band che, ad ogni peto espresso, si riconoscono fra mille altre, qualsiasi cantante utilizzino o brano eseguano, quindi un plauso ai due "capetti" Hoffmann e Baltes. Tuttavia, se sei pezzi su dieci meritano un quasi ottimo, si può considerare 'Russian Roulette' un grande risultato, non un capolavoro, ma nemmeno una fetenzia o una mediocrità! La sterzata modaiola intrapresa può essere di buon auspicio anche se Udo è grandioso nell'heavy metal, nell'urlato, nell'incazzato e potente, non di certo nell'hair metal; non è un Tom Keifer, nè Mark Slaughter e, seguitando su questo filone con questo cantante, i cinque ragazzoni teutonici andranno incontro a cocenti dèbacle.

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