CANAAN
Una band che non smette mai di sorprendere. Disco dopo disco i Canaan hanno continuato la loro naturale progressione stilistica, pur restando sempre fedeli ad un unico concetto tematico. Il nuovo album 'Images From a Broken Self' prosegue sulla strada tracciata in precedenza, ma come di consueto attraverso elementi nuovi, o inattesi. Motivo per cui abbiamo provato a fare il punto della situazione con il leader del gruppo, Mauro Berchi.
Ciao Mauro. Partiamo subito con il nuovo disco 'Images From a Broken Self': perché hai scelto l’inglese nel nuovo lavoro? A nostro parere toglie l’atmosfera, l’espressività e la profondità del cantato in italiano come nel lavoro precedente. I testi che ho scritto dopo 'Il Giorno Dei Campanelli' mi sono venuti in inglese, e ho semplicemente “seguito la corrente” senza neppure provare a tradurli. Nessuna scelta pianificata – vince come sempre l'ispirazione del momento.
Sopratutto nelle ultime due uscite (quelle della svolta industrial dark ambient, se così possiamo chiamarla), abbiamo notato una certa influenza dei Coil periodo 'Scatology' – 'Horse Rotorvator', e nell’ultimo anche qualcosa dei Dead Can Dance. Semplice coincidenza, o sono annoverabili tra le tue influenze? Diciamo semi-coincidenze. Ascoltavo sporadicamente i COIL pre-1990 (soprattutto 'Gold is the Metal' che rimane il disco che preferisco), mentre gli unici due dischi DCD che siano finiti nel mio stereo più di 3 o 4 volte in vita sono 'Within the Realm of the Dying Sun' e l'ultimo 'Anastasis' (questo mi garba molto più dei loro “sacri vecchi dischi”, anche se la cosa potrebbe sembrare un'eresia bella e buona). Al momento non ho sotto mano niente di questi due gruppi, e se volessi ascoltarli dovrei andare a ravanare negli scaffali e negli scatoloni per trovare i loro dischi...
A proposito: hai condotto i Canaan dal dark/doom iniziale all’electro industrial dark ambient attuale. Evoluzione? Sperimentazione? Siccome il concetto tematico di base non è mai cambiato, a cosa dobbiamo questa progressione strutturale? Visto che ci siamo: Canaan richiama inevitabilmente sia riferimenti biblici, sia geografici. Ti va di dirci cosa ha comportato la nascita del monicker? Il nome è stato “rubacchiato” da un brano degli AMON DUUL II (“Kanaan”, su 'Phallus Dei'). Nessuna connessione con la religione, per l'amor del cielo. Mi piaceva il suono e mi piaceva il fatto che fosse corto e semplice da ricordare. Per quanto riguarda invece il cambiamento nel suono, ci siamo – pian piano, ma inesorabilmente – stancati della “forma canzone” e delle strutture in qualche modo ricondubili al “rock”. Troviamo più stimolante creare una canzone partendo da frammenti noise o da droni piuttosto che da un riff di chitarra, da un giro di basso o da una melodia di tastiera come facevamo in passato. Al momento (e credo che accadrà anche in futuro) ci stiamo ulteriormente allontanando dalle forme “normali” e il prossimo disco sarà – con ogni probabilità – tutto dark ambient (anche se con aperture “melodiche”) e non cantato. Staremo a vedere cosa succederà nei prossimi mesi quando inizieremo a registrare materiale nuovo.
In alcuni brani mandi in overdrive/saturazione gli ultra-bassi (sub) tanto da costringere le casse dell’impianto HiFi ad andare oltre la vibrazione consentita. A cosa si deve questa scelta? Cosa vuoi esprimere? Gongolo nel mondo delle basse frequenze. Me ne sbatto se – da un punto di vista strettamente “tecnico” - impediscono un ascolto lineare e sicuro e se limitano il volume percepito. Godo come un cinghiale quando si arriva alla soglia della distorsione in cuffia (non ascolto mai musica con le casse); sono sempre stato attratto da musica con molte basse frequenze e solitamente per godermi appieno un disco smanetto con EQ e amplificatori spingendo il più possibile tutto quello che sta sotto i 100 hz. Trovo che mi “pacifichino” il cervello in qualche modo...
Doveroso chiederti anche delle tematiche trattate nel nuovo album. Inoltre, si tratta di un concept? Nessun concept. Il disco si basa sulle stesse tematiche trattate in passato: la mia inabilità nel “funzionare” come essere umano normale, i miei problemi di testa, la mia inadeguatezza nei rapporti sociali e nella vita quotidiana. I testi che scrivo riflettono – da sempre – le ansie e le insicurezze che fanno di me una persona mentalmente danneggiata.
E' solo una concidenza che l'artwork di 'Image From a Broken Self' sia praticamente bianco? La cosa mi ha stupito pensando al tenore dei lavori precedenti. C'erà un presagio di novità che per fortuna (o purtroppo?) non si è manifestato anche nel contenuto dell'album...Ho sempre amato le grafiche tendenti al bianco. I precedenti dischi CANAAN mi suonavano in testa più “colorati” e quindi nel design dell'artwork mi ero tenuto su quella linea. 'Images From a Broken Self' invece mi pare differente dai precedenti ed il bianco è il colore che meglio lo rappresenta. Probabilmente sono solo pugnette mentali mie, me ne rendo perfettamente conto.
Due nuovi dischi dei Canaan in due anni. Dal 2012 al 2016, invece, ritroviamo lì in mezzo due dischi dei Neronoia e nessuno lavoro dei Canaan. Tutto questo significa che i Neronoia si sono fermati? Oppure è solo una questione di inversione di priorità? NERONOIA è sempre stato un progetto “evanescente”. Ci abbiamo lavorato in modo molto discontinuo e siamo riusciti ad assemblare i dischi fatti quasi per miracolo, anche grazie ad una serie di coincidenze “fortuite” [per inciso, anche se in maniera minore, lo stesso si può dire per CANAAN]. Nel corso degli ultimi anni ho “ballato” un pochino a destra e a manca, e nella mia testa i due progetti si sono confusi e mischiati. Neronoia però vive anche di Gianni oltre che di noialtri “milanesi”; al momento il progetto NERONOIA è in fase di stallo e speriamo di resuscitarlo prima o poi. Staremo a vedere.
Al di là della promozione canonica indiretta (recensioni/interviste), siete molto poco attivi sul web. Credo sia difficile, se non impossibile, trovare Canaan o anche Neronoia sui social. Addirittura il vostro sito ufficiale è aggiornato al 2016. Non ve ne frega niente? Non vi appassionano? Eppure, anche se effetttivamente spesso insopportabili, ormai sono passaggi "obbligatori" per chiunque voglia promuovere la propria arte. Considerato, poi, che la vostra attività dal vivo è praticamente inesistente...Il concetto stesso di musica “liquida” mi fa vomitare ed il solo aggettivo “social” mi rivolta le budella. Non mi interessa, né mai mi interesserà sapere “i cazzacci degli altri”, né tantomeno sapere “cosa ascolta X e perchè Y piace a Z ma non a W”. Ovvio, quindi, che non mi interessi minimamente pubblicizzare quello che faccio attraverso canali che non sento miei. L'idea di “promuovere” in quel modo la nostra musica mi dà – realmente – il voltastomaco. Credo che la “democratizzazione” selvaggia degli ultimi anni abbia portato solo ad un abbassamento drammatico della qualità generale. Penso inoltre che la buona musica sia per i pochi che sanno andarsela a cercare, e non per quelli che si trovano la pappa pronta su amazonpotifytidaldeezeryoutubeecompagniabella.... Se il grande ed unico piacere è andare alla ricerca di un “like”, buon per chi lo ritiene giusto. Io mi tengo volentieri alla larga da tutta la palude.
Alcune curiosità sulla Eibon. La creazione di due case discografiche da parte tua e di Roberto Mammarella (con il quale hai condiviso un esperienza nei Cultus Sanguine), è una coincidenza o una sorta di sfida d’intenti? Coincidenza. Qualche anno dopo aver creato Wounded Love me ne staccai ma decisi che quella era comunque la strada che avrei voluto seguire. Naturale quindi aprire Eibon.
Ah, visto che ci siamo, a cosa si deve lo scioglimento dei Cultus Sanguine? Non ne ho idea. Ho suonato le tastiere sul primo mini Lp, poi basta, e non so nulla di quanto sia successo in seguito.
Quali delle band che produci tramite la tua etichetta Eibon Records hanno dato maggiori soddisfazioni a livello artistico e quali per le vendite? A livello artistico tutti i dischi che ho fatto sono praticamente “piezz'e core”. Non ne ho nessuno preferito anche se rimango molto legato al disco delle Teresa11 per una lunga serie di motivi che è inutile stare a sviscerare. A livello di vendite sicuramente Esoteric e Canaan, anche se – ci tengo a precisarlo per dovere di cronaca – sono parecchi anni che l'etichetta è tornata ad essere un hobby non remunerativo se non dal punto di vista della soddisfazione personale. Amen.
Quali criteri adoperi per decidere se pubblicare un disco tramite Eibon records? Unico e solo criterio: il mio gusto personale. Se un disco mi “smuove” in qualche modo bene, altrimenti pace e bene. Non mi sono mai auto-rinchiuso in un genere, e questo – a posteriori – è forse stato anche un male ed un grande limite perchè mi ha precluso molti distributori, sopratutto agli inizi dell'avventura con l'etichetta. D'altronde, non ho mai avuto voglia di pianificare a tavolino strategie di mercato o altre pugnette del genere, e di certo non inizierò ora...
Ritornando alla musica suonata: quali le sostanziali differenze, per chi è profano dei generi, tra Neronoia e Canaan? I due progetti sono sovrapponibili a livello “tematico”; musicalmente CANAAN è generalmente più “suonato”, mentre NERONOIA più “free-form”. Condividendo spazi, persone, strumenti e concetti non possono essere troppo distanti, ma credo non sia difficile identificare i due progetti. In NERONOIA, poi, la voce di Gianni è inconfondibile.....
In conclusione. Tra i vari progetti, band, l'etichetta, a cosa dobbiamo prepararci? Vuoi svelarci qualcosa in anteprima? Intanto grazie per il tuo tempo. Niente di particolare. Stiamo mettendo in piedi le idee per il prossimo disco che cominceremo a registrare a fine anno. Con l'etichetta cerco di tenermi a galla nonostante tutto, e ho qualche progetto in cantiere per i prossimi mesi, tutti però ancora da concretizzare. Grazie a voi per lo spazio dedicato. NOTHING. NEVER. NOWHERE
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