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CANAAN

Due dischi pubblicati in un anno ed un deciso cambio di passo nel songwriting (maggiore forma canzone a scapito delle suite sperimental-noise), come se si fosse trovata un'insperata serenità. Ci abbiamo visto giusto? Cerchiamo di capirci di più con il leader Mauro Berchi.

A cosa si deve tanta prolificità da far uscire due lavori nello stesso anno? Ha influito Il periodo del COVID, quindi l'isolamento forzato? Direi proprio di no. Abbiamo cominciato a registrare idee sparse e a lavorare su nuovi brani subito dopo “Images from a Broken Self”, quindi molto prima che la pandeminchia iniziasse. Per una serie di coincidenze/problemi/casualità/vita quotidiana io, Nico e Alberto ci siamo persi di vista per un periodo, fino a circa la fine del 2021. Una volta ritrovati, abbiamo valutato la mole di materiale accumulato e abbiamo deciso che due dischi separati fossero la cosa migliore da fare.

Ho l'impressione che il nuovo lavoro sia musicalmente più 'gioioso' dei precedenti, non ci sono più le suite sperimentali/noise e vi è una maggiore forma canzone. A cosa si deve questo cambio di songwriting? ll materiale di cui parlavo prima era diviso abbastanza nettamente in brani “suonati” e dotati di una struttura riconoscibile, e brani meno canonici sui quali le normali “azioni compositive e di arrangiamento” non funzionavano. Abbiamo quindi separato il materiale in due parti e abbiamo lavorato in modo differente su ciascuna. Gioioso non direi. Forse lievemente meno “sofferente” dei precedenti, ma non di molto...

Sembra che nei testi tu voglia esorcizzare il tuo non essere in grado di funzionare bene come essere umano nelle relazioni sociali, ed è come se volessi espiare delle colpe commesse in passato come evidenzi nelle liriche del brano "No One" in cui dici "Forgive me for the pain I gave you all". Trattasi di catarsi? Catarsi implica miglioramento, fosse anche attraverso la sofferenza, o per lo meno cambiamento. No, no, no. Proprio no. Nel mio piccolo mondo vivo male con me stesso, vivo male con quello che mi circonda, vivo male con chi mi circonda. Siccome la vergogna è il sentimento umano più profondamente radicato (psicoanalisi della mutua, a tariffa scontata per di più), ogni tanto riemergo dalla mia palude di minchiate mentali e mi accorgo di aver combinato qualche marachella o qualche cagata della quale non mi sono neppure accorto (vivo “spostato”), ma che ad altri ha causato problemi. Niente catarsi, un tiepido “mi scuso”, anche se in fondo non so bene neppure per cosa.

Tra l'altro 'Some Last Echo' va oltre i 60 minuti di durata: dobbiamo leggerla come proporzionale allo struggimento interiore? Ci vuole tempo per elaborare o espiare le proprie eventuali mancanze? Non so se questo valga anche per gli altri. Per me sicuramente si. Impiego tempi biblici per analizzare le cose che mi succedono. Tempi altrettanto biblici per cercare una eventuale soluzione/scappatoia. Invidio chi reagisce alle situazioni (o alle persone) in modo agile, scattante, energico. Io generalmente viaggio alla velocità di un pachiderma sotto valium. Inevitabile quindi che la musica CANAAN non brilli per “scatto”.

"A Dream To End All Dreams": un sogno comune, che vale per tutti, oppure personale? E' perchè mai smettere di sognare?Assolutamente personale, ci mancherebbe. Non sogno (o meglio, non ricordo i miei sogni) da molti anni, complici l'insonnia, una pessima qualità del sonno e ritmi circadiani totalmente sballati. A quel punto meglio smettere di sognare del tutto, anche perchè per me ormai il sonno non è un “riposo ristoratore” ma semplicemente un buco nero causato dallo spegnimento completo del sistema corpo. A livello un filo più “filosofico” trovo conforto nel poco, e trovo inutile (sempre nel mio caso personale) costruire progetti a lungo termine, creare illusioni in un futuro radioso, sognare cose che sono chiaramente solo utopie.

Quale sarebbe il ritratto dell'Ultimo della tua specie ("The Last Of My Kind"), brano conclusivo del disco? Stai in qualche modo tirando le somme, oppure lo possiamo leggere come un "nuovo" prossimo inzio? Non saprei dire. Tiro le somme venti volte al giorno da quaranta e passa anni, senza aver risolto nulla. Cerco di descrivere quello che mi passa per la testa, in determinati momenti, con un filo di lucidità. Mi sono sempre sentito “spostato” rispetto a quello che mi circonda, inadatto o forse “diversamente adatto”. Quella canzone mi si adatta. Bella scoperta. Meno male che la mia specie si è estinta, o sta per farlo...

In fatto di promozione ho notato una certa attività sul canale YouTube della band. Cosa non dico impensabile per i Canaan, ma alquanto nuova visto che, streaming a sample audio a parte, non eravate abituati ad utilizzare lo strumento in maniera così attiva. Scelta precisa e perchè, o solo casualità temporanea? Io sono un vecchio depresso musone del cazzo. Nico e Alberto invece no, e a loro interessa anche mantenere un certo contatto con il mondo esterno. Sono loro ad occuparsi in modo del tutto autonomo dei contatti tra CANAAN e quello che gli sta attorno. Io mi limito alle interviste.

Canaan ed Eibon Records sono un legame indossolubile per ovvie ragioni, ma pare che l'etichetta viva solo per i Canaan, mentre in passato pubblicavi anche altri titoli ed altri progetti. Il COVID ha cambiato ogni prospettiva? Il Covid non c'entra nulla. Il fatto che nessuno compri più dischi, quello invece ha influito in modo violento. Quantità abnormi di likes, followers, social media, commenti, contatti, hype. E dischi in tirature limitate che rimangono intoccati e invenduti. Secondo me c'è qualcosa di profondamente sbagliato, ma forse sono io a non aver capito nulla di questo scintillante nuovo mondo digitale. Tra l'altro questa “democratizzazione selvaggia” (mi si passi il termine) del “tutto gratis, tutto subito, tutto facile” ha influito in modo MOLTO negativo anche sulla qualità media di quello che si ascolta. Mi arriva ancora parecchio materiale da valutare, ma o sono davvero troppo vecchio io, oppure ormai chiunque pensa di poter fare un disco “dark ambient/industrial/dark/wave” in sei giorni con una scheda audio della LIDL e due plugin scaricati da rutracker. Avrei ancora interesse a pubblicare cose “extra Canaan” ma non trovo nulla che mi soddisfi a sufficienza.

A proposito di progetti, dato il periodo alquanto prolifico, hai altre collaborazioni o lavori in cantiere nel breve termine? Nel 2023/2024 ho avuto alcuni mesi piuttosto difficili. Ho reagito (il mio cervello, da solo, potrei dire...) con alcuni momenti di creatività impressionante. Potrebbe sembrare strano, ma a meno di un anno dalla doppietta “Ai Margini/Some Last Echo” siamo già pronti per mixare un nuovo disco. Che in realtà è un doppio. E' questo l'unico progetto al quale mi sto dedicando, e che – senza timore di esagerare o di sembrare troppo drammatico – ha funzionato in più di una occasione come un salvavita.

I Colloquio sono fermi, dormienti, ma a quanto pare non ancora in pensione. Visto che i Canaan sono vivi e vegeti, possiamo aspettarci un ritorno dei Neronoia? Non penso sia probabile. Io e Gianni ne abbiamo parlato qualche volta, ma in modo molto “rilassato”. Quanto fatto in passato costituisce una “eredità” ingombrante e difficile da superare. Forse è meglio lasciare NERONOIA nel passato. Anche se...

Tornando al nuovo lavoro, nei precedenti tre album ci sono due tracce che svettano sulle altre per bellezza ed intensità, mentre in 'Some Last Echo' ciò non si nota, segno di una netta uniformità nel songwriting. Come te lo spieghi? Non saprei dire. A mio modo di vedere/sentire nel disco ci sono brani profondamente diversi per intensità e intenzione. Non ho idea di come chi ascolta la nostra musica li percepisca.

In chiusura, vedremo mai i Canaan dal vivo? Vuoi aggiungere altro? Non suoneremo mai dal vivo. E' una dimensione non nostra che non ci interessa. Grazie per lo spazio che ci avete dedicato. :NOTHING:NEVER:NOWHERE:

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