BEELZEFUZZ: Beelzefuzz
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09/10/2013Sicuramente degno di nota il debutto che questo power-trio del Maryland ci mette in mostra, ovvero un hard rock senza tanti orpelli che affonda le radici nei primi seventies, mutuando le sonorità che hanno fatto la fortuna dei Black Sabbath più sulfurei e gli Uriah Heep più luciferini (percepibili in "All The Feeling Returns"), dimostrando di aver ben appreso la lezione impartita dai connazionali Pentagram, la cui influenza si rivela determinante su un brano come "Hypnotize", dai chiari risvolti stoner e con una durata molto superiore rispetto alla media che oscilla tra i tre e i quattro minuti. Un esordio piuttosto ben riuscito, dunque, con una produzione mai troppo retrò, e il merito è da ascriversi principalmente alla gran mole di lavoro fornita del leader Dana Ortt, perfettamente a suo agio nel doppio ruolo di chitarrista e cantante, con una sezione ritmica composta dal bassista Pug Kirby e dal batterista Darin McCloskey che garantisce l'adeguato sostegno sia in termini di precisione, sia di prestanza fisica ai riffs terrosi e grevi, oltre alle linee vocali che ricordano in parte quelle dell'immortale David Byron, certamente ben impostate per il genere. E' opportuno segnalare che dalle prime due tracce, "Reborn" e "Lotus Jam" (una delle migliori dell'intera opera), sono stati ricavati anche i rispettivi video, una scelta intelligente visto che sono quelle che presentano una maggiore scorrevolezza rispetto alle altre, comunque mai tediose.
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