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La School Of Rock di Hardsounds non vuole insegnare niente a nessuno. E solo un impegno che ci siamo presi nel volere elencare e motivare le scelte personali o collettive della redazione in merito ad un genere specifico. Mossi come nostra indole dalla passione, i nostri intenti sono quelli di stimolare chi legge, e di alimentare un confronto. Una scuola senza insegnanti, composta da soli alunni.
Questo elenco non vuol essere nella maniera più assoluta una classifica definitiva dei migliori dischi dark mai prodotti nel periodo di massimo fulgore che il genere ha avuto negli anni '80, ma una classifica dei dischi che hanno lasciato un'impronta indelebile, un segno, una cicatrice insanabile su un anima già predisposta verso quelle sonorità malinconiche e sofferenti, tramite cui ha trovato una valvola di sfogo altrimenti non esprimibile con le parole. Un decennio folle che si ostinava ad essere ottimista nonostante una mal esorcizzata paura della fine del mondo (guerre atomiche, etc), i cui vizi hanno portato all'implosione della società occidentale in cui ci si vestiva a lutto mentre tutti gli altri ostentavano i colori. Seconda parte.
01. TUXEDOMOON - Desire – Half Mute
02. FIELDS OF THE NEPHILIM - Dawnrazor
03. CINDYTALK - Camouflage Heart
04. SIOUXSIE AND THE BANSHEES - Juju
05. DEATH IN JUNE - Nada
06. VIRGIN PRUNES - If I Die I Die
07. WOLFGANG PRESS - The Legendary Wolfgang Press and Other Tail Stories
08. KILLING JOKE - Night Time
09. GOD MACHINE - Scenes From the Second Storey
10. CLAN OF XYMOX - Clan Of Xymox
TUXEDOMOON: la falange avanguardista e sperimentatrice dei polistrumentisti americani che dal periodo Post Punk/New wave di San Francisco (quello più memorabile in cui sono stati pubblicati i lavori citati in classifica) ha trovato terreno fertile nella rilocazione europea (Belgio/Olanda/Italia), contaminando il proprio sound d’origine con le sonorità tradizionali delle nazioni che li hanno ospitati.
FIELDS OF THE NEPHILIM: epigoni dei Sisters Of Mercy, li hanno rimpiazzati in tutto e per tutto dopo che Andrew Eldritch decise lo scioglimento della band madre con conseguente deriva verso sonorità electro goth smaccatamente ruffiane e da classifica, facendogli perdere tutta la magia dei suoni contenuti in 'First And Last and Always'.
CINDYTALK: sottovalutati campioni della sperimentazione elettronica e del rumorismo. Ad oltre 30 anni di distanza dall'uscita di questo disco, continuano a terrorizzarmi come nessun altro ha saputo fare in seguito, attraverso sonorizzazioni sinistre e cupe con l’utilizzo di voci che sembrano provenire dall'aldilà, tramite la sofferenza che traspare da questi solchi, prima della deriva ambient che la band intraprese con il trasferimento in Giappone.
SIOUXSIE AND THE BANSHEES: diretta discendente dell'epopea punk (periodo in cui la band si è formata), specie nei primi lavori se ne odono ancora gli echi; nostra signora del dark, una delle poche figure femminili capaci di emergere in un genere prettamente maschile. In ‘Juju’ ha concentrato la maggior parte di magia nera di cui era dotata, tirando fuori i brani migliori di tutta la sua carriera ed annoverando, in precedenza ed in seguito, tra le proprie fila Robert Smith che ha collaborato nella stesura di altri capolavori della band.
DEATH IN JUNE: 'Nada' è l'anello di congiunzione tra l'elettronica tipica degli anni '80 (caratterizzata dall'ampio ricorso alle drum machine e reiterati pattern/loop di sintetizzatori), e il futuro della band, cioè il folk apocalittico troppo fine a sè stesso.
VIRGIN PRUNES: Art dark fu la definizione che fu affibbiata alla band per le estreme performance live in cui non lesinavano l'utilizzo di make-up poco convenzionale; formatisi a Dublino e cresciuti parallelamente agli U2 (Dick Evans - chitarrista, è il fratello di The Edge), le due band hanno intrapreso successivamente strade diametralmente opposte. In ‘If I Die I Die’ il dark viene pervaso di nenie e litanie, raggiungendo una maggior forma canzone rispetto ai lavori precedenti più sperimentali e rumoristici.
WOLFGANG PRESS: ennesima accolita di artisti sotto l'egida 4AD molto dotati in termini di inventiva e avanguardisti nella proposta, nel post punk di base inserivano di volta in volta noise, rock, funk, dub, pop, industrial e blues: 'The Legendary Wolfgang Press And Other Tail Stories' contiene i primi 3 Ep pubblicati dalla band nel periodo più intenso della loro carriera e prima della svolta verso sonorità morbide e da classifica.
KILLING JOKE: gli alfieri dell’after punk (trasversali a molti generi e pionieri della contaminazione post punk, industrial e metal), le cui peculiari sonorità nervose, spigolose, tribali e pulsanti hanno contraddistinto quasi interamente la loro carriera e sono state fondamentali per molte band che li hanno citati come imprescindibili influenze (Nirvana, Ministry, Nine Inch Nails, Napalm Death, Big Black, Tool, Prong, Metallica, Primus, Jane's Addiction, Soundgarden, Faith No More, Korn e Helmet). Il loro periodo dark corrisponde ai lavori più commerciali, attraverso l’infatuazione con sonorità scure ed elettroniche di ‘Night Time’ da cui "Love Like Blood" continua ad essere un riempi pista nelle discoteche dark e non solo, e con il successivo lavoro di minor valenza: ‘Brighter Than A Thousand Suns’.
GOD MACHINE: gli inventori del post dark, coloro che hanno saputo dare un impronta del tutto personale (appesantendo il sound) alle solite sonorità che hanno caratterizzato il genere dagli anni ’80 ai giorni nostri. La prematura morte del bassista ha lasciato ai posteri solo due dischi e una manciata di EP che con l’andare degli anni hanno assunto sempre maggiore rilevanza man mano che venivano scoperti dai cultori. L’eredità della band è stata raccolta dal singer Robin Proper-Sheppard che creò i Sophia, fautori di un sound più acustico ed introspettivo rispetto alla band madre.
CLAN OF XYMOX: i più danzerecci del lotto, tutt'oggi "One Day" riempie le piste dei dance floor di settore.
Esclusi:
NICK CAVE l’ho sempre visto più come crooner/bluesman maledetto che musicista dallo spirito dark in quanto tale.
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Reviewed by Admin on
Jan 6
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4.5
Il Malmö Festival è la festa annuale della città omonima che si protrae per circa una settimana durante la prima metà di agosto. Il festival è tutt'altro che solo musicale, e anche per quanto riguarda questo aspetto tutt'altro...
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