KIM GORDON: Girl In A Band
Inizia dalla fine quest’autobiografia. La fine di un amore, la fine di un matrimonio, la fine di un’epoca, la fine di una band. La fine dei Sonic Youth. Si avverte tanto dolore nelle prime pagine di ‘Girl In A Band’, libro in cui Kim Gordon racconta la sua storia. Cantante e bassista del gruppo, unica donna del quartetto ed icona, suo malgrado, di una generazione e di un’epoca nate dalle ceneri del punk, basilare per la venuta del grunge, ma sopravvissuta alla morte di questo. Partendo dalla tristezza, dalla rabbia e dalla delusione di essere stata lasciata per una ragazza più giovane dal marito Thurston Moore, chitarrista e cantante del gruppo, dopo quasi 30 anni di carriera condivisa, di matrimonio e una figlia, Coco, Kim si ritrova a dover ricostruire tutto a quasi sessant’anni e a guardarsi indietro per fare un’analisi della propria vita, della giovinezza andata. La musicista mette nero su bianco una serie di racconti e ricordi del suo percorso fino a quel momento.
L’adolescenza sulla costa ovest, in California, quartiere tipicamente borghese, una madre sarta con la fissa degli abiti usati, un padre professore, un fratello schizofrenico la cui malattia si ripercuoterà su tutti i componenti della famiglia. La passione per la danza e per l’arte che la porterà a voler studiare prima in Canada e poi a New York, dove troverà alloggi e lavori di fortuna e dove si avvicinerà alla musica, in quegli anni settanta che vedono la grande mela in fermento per l’arte visiva e una fucina di gruppi punk, new wave e no wave. Poi, attesissimo dalla sottoscritta, il capitolo in cui racconta dell’amicizia con Kurt Cobain, descrivendolo come una persona dolcissima, sensibile e, acquistando sempre più punti agli occhi di chi vi scrive, denigrando non poco Courtney Love. Il tutto con testi dei loro pezzi che sbucano qua e la fra i capitoli, la storia degli album e delle copertine, racconti simpatici di quanto avvenne durante le registrazioni. Biografia piacevole da leggere, interessante. Dispiace solo che si avverta, dall’inizio alla fine, una rabbia, un rancore latente di Kim nei confronti del marito che ci fa capire che ancora la rottura non è superata.
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