EXXPLORER: Vengeance Rides An Angry Horse
Sono stati incisi tanti grandi dischi, innumerevoli top album, lavori che indiscutibilmente hanno fatto la storia e/o influenzato le generazioni successive che hanno ricevuto entusiastiche, ma quanto classiche recensioni. Considerato che si tratta dei "biggest records", (biggest perchè "grande" in tutti i sensi), abbiamo pensato bene di dare loro la giusta visibilità e la dovuta dimensione con speciali che provano a scavare in fondo fin dentro le viscere dei contenuti degli album.
E’ il sentimento dell’entusiasmo che mi ha portato a scrivere di loro: Exxplorer, gruppo nato negli anni ’80 nel New Jersey. Ho “dovuto” comprarlo questo album! Ho ascoltato, per caso, per fortuna, o per intervento divino, due tracce che mi hanno letteralmente conquistata (secondo e terzo). Ed è stato, uno specifico dettaglio del loro US power, che mi ha costretto a farlo mio. Spero di riuscire a descriverlo. Compaiono sulla scena musicale nel 1984 con ‘Symphonies Of Steel’, album considerato come uno dei lavori heavy metal più innovativi di quegli anni, perché miscelava il metal con intermezzi sinfonici e arpeggi di chitarra, con composizioni che sembravano più europee che americane, influenzate dalla NWOBHM, da padrini come Judas Priest, Iron Maiden, etc. piuttosto che da power metal band del loro territorio. Avanguardia la seconda traccia ‘Prelusion’ suonata al pianoforte e sublime la complessità di ‘World War III’, traccia composta da più parti, perfettamente amalgamate, anche diverse tra foro, ma fluide nell’insieme. E si presentano con una formazione a cinque, con un album suonato da due cantanti, che si alternano nelle tracce, Lenny Rizzo (leader) e Armando Diaz; al basso Jimmy G. Gardner, alla batteria Mike Moyer e due chitarre Kevin Kennedy ed Edword LaVolpe. Giovani, ingenui e senza programmi futuri, pensavano solamente a registrare il primo album (non importava loro come). Non ebbero un gran successo nella loro realtà a stelle e strisce. E furono proprio le dinamiche interne del gruppo che non aiutarono il loro evolversi (Rizzo spesso risultava molto scomodo, dal punto di vista caratteriale, ma dalla voce difficile da sostituire). Seguì un progetto Demo nel 1985. E poi passarono ben otto anni all’uscita del secondo lavoro ‘A Recipe For Power’, con la stessa formazione, escludendo la comparsa della seconda voce Diaz. Il terzo album ‘Coldblackugly’, di stampo più americano, portò ad una formazione nuova: Lennie venne cacciato e sostituito da Barry W.Hocking Jr., il bassista sostituito da Jay McCaffrey e la chitarra di Kennedy sostituita da Fred Gorhau. Ma i vari componenti della band in qualche modo rimasero legati fra loro da un sentimento di amicizia e nel 2011, ritornarono con un ottimo prodotto “La vendetta cavalca un cavallo arrabbiato”, etichetta Pure Steel Record, che riescì ad ottenere un discreto risultato dei suoni e con un Rizzo e un Kennedy in gran forma e armonia.
Songwriting caratterizzato da brani di lunga durata, con partenze lente e d’atmosfera, cuore centrale esplosivo, ritmiche cavalcanti, e finali spesso che, ritornano all’inizio, e chiudono il ciclo (As The Crow Filies). Chitarre gemelle armonizzate. Temi che si traducono in veri e propri inni (Glory Hunter), che pongono l’accento su volontà, individualismo, energia. Ritmi cloni, una lista infinita di riff a ripetizione, che si sovrappongono all’interno della stessa canzone. Personalità degli artisti che emergono dagli assoli. Rapporto equilibrato con altri generi, senza che uno specifico si imponga su tutti gli altri. Ma soprattutto incastri perfetti tra gli strumenti ed equilibrio tra foga (Gypsy), potenza (Spirits Of the Wind) e melodia, a volte a voler rimarcare una matrice classica hard rock pesante (S.N.O.E), senza impennate troppo rimarcate e striduli di voci aspri. Ma la freccia di Cupido a me è arrivata con ‘Chasing The High’ dove la parte melodica è pesantemente marcata dalla voce di Lennie che cerca di tenere le note alte più a lungo possibile, e mi ricorda un po’ i Fortune (non ridete: due mondi che si scontrano nella mia testa) e allo stesso tempo, si sentono gli altri quattro musicisti, che continuano a lavorare il ferro come dei fabbri maledetti e, tra riff di chitarre, batteria e basso, la traccia prende un ritmo veramente trascinante! Poi Rizzo nell’interpretare questa canzone dona sospiri, urla, alti e bassi e drammaticità, esercizi da Iced Earth che mi portano un groviglio di emozioni (quanti corvi)!
E visti i territori vari in cui può cadere il power metal ci tengo a precisare alcuni album che ho sentito vicini a questo “dettaglio” che faticavo a dare forma e inchiostro. Pertanto cito: 1) la potenza sonora di ‘Ample Destruction’ (1984) dei Jag Panzer; 2) il contrappunto delle parti acustiche di ‘Gracefull Inheritance’ (1986) di Heir Apparent; 3) il connubio heavy/melodico dell’omonimo (1990) Iced Earth; 4) l’origine heavy/classic di ‘Night On Brocken’ (1984) dei Fates Warning e per finire 5) l’equilibrio tra voce e strumenti di ‘Rebellion’ (1988) dei Sacred Warrior di cui mi sono perdutamente innamorata. Se almeno tre di questi cinque album sono di vostro gusto andate sul sicuro e fatevi accompagnare nell’ascolto dei XX. E se dico Iron Maiden? … The Vengeance!
P 2011 Pure Steel Records - Voto: 85
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