WHITE WIDDOW: Serenade
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15/10/2011Secondo episodio per la band australiana che tanto aveva colpito l'anno scorso per la freschezza mista al gusto retrò della loro proposta che, anche in questo secondo capitolo, si basa sui mostri sacri della vecchia scuola quali soliti Danger Danger, Foreigner e Treat. Ancora la calamita della band è il biondastro Jules Millis, anima e cuore di questa compagine, e ci si mette all'ascolto scongiurando gli eccessi di ispirazione (diciamo pure al limite del plagio) del debutto. La formula non cambia, sembra un cd dei Treat degli anni '80, magari non con la stessa classe e valore di qualità dei pezzi tuttavia c'è da dare merito a questi cinque ragazzi bravi nel ricreare le atmosfere di quegli anni sia come produzione, sia nelle intenzioni. I primi due brani, "Cry Wolf" e "Strangers In The Night" sembrano uscite da 'Pleasure Principle' della band svedese cui sopra, mentre il mid "Do You Remember" sembra un incrocio tra Def Leppard e Valentine. "How Far I Run" si eleva sui successivi brani per l'inciso veramente indovinato, l'esatto contrario della title track che si distingue per il ritornello moderatamente becero. Il valore di questo lavoro è indubbio, anche se il rischio dopo un paio di ascolti è di soporosa noia per quanto sia a tratti eccessivamente scontato e poco "fresco", non lontano dal debutto, e lontano da essere nominato "discone" dalle varie press release che accompagnano questa uscita.
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