SAVIOUR MACHINE: SAVIOUR MACHINE I
Sono stati incisi tanti grandi dischi, innumerevoli top album, lavori che indiscutibilmente hanno fatto la storia e/o influenzato le generazioni successive che hanno ricevuto entusiastiche, ma quanto classiche recensioni. Considerato che si tratta dei "biggest records", (biggest perchè "grande" in tutti i sensi), abbiamo pensato bene di dare loro la giusta visibilità e la dovuta dimensione con speciali che provano a scavare in fondo fin dentro le viscere dei contenuti degli album.
Con questo disco parte la leggenda, quella di una band di fede cristiana che dona alla proprie composizioni un velo di sacralità e di drammaticità, che presenta testi cristiani ispirati dalle sacre scritture, con un look assolutamente nuovo per mano di Eric Clayton, mente ed anima della band, il quale si esibisce con la testa completamente dipinta di bianco, calvo, ed un pendant con croce fissato nel mezzo della fronte. Heavy metal dalle profonde tinte oscure che attinge da certa dark-wave tipica degli '80 (non è un azzardo nè il paragone con i Sister of Mercy, né un confronto tra le voci baritonali di Clayton e Eldritch), ma che cammina con le proprie gambe grazie proprio alla mistura del sound sviluppato dalla band. Una leggenda, si; una band che si presenta al mondo musicale in piena epoca grunge e con un sound del tutto atipico. Band coraggiosa che mostra subito la personalità che la contraddistinguerà anche negli anni a venire, lontana dai trend e solo concentrata a portare avanti un discorso ben preciso, coerente, a volte fin troppo "rigido", ma indubbiamente di grande fascino. La musica presente nel disco è di quella che cattura al primo ascolto e che non stanca anche dopo averne a lungo abusato. La proposta dei Saviour Machine è un posto di ritrovo per anime addolorate, una sorta di luogo sacro in cui viandanti stanchi cercano un luogo lontano dalla quotidianità. E "Carnival of Souls" è la porta di questo luogo, una porta sempre aperta che si muove su un 4/4 reso sognante dalla chitarra di Jeff Clayton che tesse trame celestiali sopra un manto di velluto nero disteso tra le corde vocali di Eric.
Oltre la porta aspettano ansiose, invece, vere e propri cavalcate metalliche come "Force Of The Entity" e la seguente, spettacolare "Legion", che si impone con il suo mid-tempo stralunato ed accompagnato dal piano, per poi esplodere nella seconda parte con una cavalcata degna della Vergine di Ferro, e senza mai cancellare la propria impronta drammatica. Tutti i brani nascono e muoiono all'ombra della voce di Clayton, in quella che si presenta come la prova più "metallica" della loro discografia, capace di interpretare tutti gli umori dettati dalle tematiche di cui scrive, e di rendere l'intero disco una sorta di rappresentazione teatrale dove lui è il protagonista e gli altri componenti della band il cast artistico. La sua prova in "The Son Of The Rain" mette in contatto chiunque con il "suo" Dio, anche se con idee religiose diametralmente opposte (o nessuna idea...). E la band lo segue di pari passo come una comunità di fedeli al cospetto del proprio tramite verso l'Occhio Eterno che tutto dovrebbe muovere. Un disco che dona speranza e che allo stesso tempo riflette sul male che tenta di offuscarla.
P 1993 - Frontline Records - 1996 Massacre Records
1994 - Saviour Machine II
1995 - Live in Deutschland
1997 - Legend - Part I
1998 - Legend - Part II
2001 - Legend - Part III:I
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