WIJLEM WIJ: Coronachs Of The Ω
data
22/07/2014Omega (Ω; ω) è l'ultima lettera dell'alfabeto greco, ed in contrasto con l'alfa, viene spesso associata all'idea di fine. Miglior definizione non si poteva adattare a questo viaggio verso lo spettro di emozioni negative cui l'animo umano può essere votato; ciò è quanto intrapreso da questa cospirazione internazionale di foschi figuri che provengono dai Paesi Bassi e dalla Grecia, ed hanno in comune trascorsi nei Pantheist. Per questa missione la più remota speranza non ha ragione di esistere, la fine è l'unica certezza. Funeral doom è l'unica via percorribile da questo progetto, con brani che arrivano a durare fino a 18 minuti, e considerato che il genere in questione porta in dote una marcata tendenza alla prolissa reiterazione delle strutture, non aspettatevi parti progressive ma almeno i tentativi di deviare dalla strada maestra non mancano. In "...Boreas" sono insolite le parti acustiche di supporto a tappeti di piano e tastiere; l'intro death/doom di "Die Verwandlung" si trasforma in funeral classico, e l'ingresso di un organo sepolcrale e solenne dona quell'aurea gobliniana, mentre un basso monocorde rasenta il minimo sindacale (un accordo ogni 30 secondi); parti epiche interrompono la monotonia dei clichè nella seconda parte di "A Solemn Ode to Ruin...." . In "Laying Waste to the City of Jerusalem" sembra di ascoltare gli Autopsy in chiave funeral doom con risultati non proprio esaltanti, tali da rendere l'aria talmente soffocante che ben presto porta all'asfissia. Produzione grandiosa (come la maggior parte dei prodotti sovietici) con suoni pesanti, profondi e sulfurei; grafica criptica con il simbolo "omega" al centro del rovo a simboleggiare la fine.
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