WAYFARER: A Romance With Violence
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06/11/2020Lo stile dei Wayfarer non potrà che sorprendere i puristi delle sonorità black. Il loro quarto full-length, ‘A Romance With Violence’, è un concentrato del cosiddetto “western black”, un’amalgama di sonorità black, doom, country-folk e blues che per un appassionato, come il sottoscritto, di atmosfere uniche e molto particolari è quanto di meglio si possa auspicare. La durata dei brani è mediamente molto corposa; abbiamo solamente sette brani di cui una intro e un intermezzo, mentre la rimanenza supera spesso i dieci minuti di durata. Le due suite iniziali, “The Crimson Rider (Gallows Frontier Act I)” e “The Iron Horse (Gallows Frontier, Act II)” sono le vere pietre miliari del disco; in loro si racchiude tutta l’essenza dello stile della band: suoni corposi e moderni in stile doom – sludge poche dissonanze e molta fierezza nelle armonie, pochi momenti di respiro, sfuriate black e intermezzi, davvero calzanti, di country-blues. L’ideale seconda parte del disco è all’insegna dei cambi d’atmosfera. Se dapprima, i nostri beniamini americani, ci fucilano con bordate corpulente di accordi, questo secondo momento si apre con il dolce e malinconico arpeggio di “Fire & Gold”, affascinante brano dalle tinte dark condito da uno suadente organo hammond dal cantato in clean vocals. Anche i due brani successivi, intervallati da un breve pezzo in stile country, sono ricchi di aperture, stacchi e cambi d’atmosfera e ci conducono verso il finale di “Vaudeville” con un chiaro riferimento, grazie alla voce femminile, ai classici film dell’accoppiata “Leone-Morricone”. Un album per sognare sulle praterie deserte del Colorado, con la sola compagnia del volo dei condor e l’ululato del coyote.
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