WASTES: Into The Void Of Human Vacuity
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09/07/2017La biografia narra che il progetto di Laurent (Mourning Dawn, Inborn Suffering, Funeralium) è nato in una notte di eccessi; in seguito è riuscito a destare l’attenzione del doom internazionale ottenendo la collaborazione di membri di Pantheist, Year Of No Light, Funeralium (Allegriaaaaaaaa!!!!!) per dar vita ad un extreme funeral doom nero come la pece senza nessuna concessione alla melodia. Riff black metal, dissonanze, growl e scream da suppliziati vivi; diversamente dagli altri lavori del sottogenere non è caratterizzato solo da velocità prossime all’immobilità anzi tuttaltro. All’elenco delle nefandezze non manca proprio nulla, sputati fuori dall’inferno più abietto non nutrono pietà alcuna, come degli zombi che cercano di strappare quanti più pezzi di carne dalle anime ivi destinate. Una copertina da incubo non lascia spazio all’immaginazione e chiarisce indiscutibilmente cosa aspettarsi da questi solchi. Il lavoro si dipana in un unico continuum, quasi un concept, la cui unica missione è quella di terrorizzare, raggelare, deprimere, infatti ogni riff è un mazzata mortale alla vita (“Part 4” è particolarmente rappresentativa in tal senso), una colpo di machete inferto in maniera letale, riescono persino a privare della magia il tapping di ‘The Cry Of mankind’ dei My Dying Bride nell’intro di “Part 3”. Quanto di più estremo nell’ambito del funeral doom ci sia mai capitato di ascoltare fino ad oggi. Life haters. Mission accomplished.
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