WARREL DANE: Shadow Work
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31/10/2018Mi avvicino con molta commozione a questo lavoro postumo di Warrel Dane, che ci ha lasciato prematuramente meno di un anno fa proprio durante le registrazioni di 'Shadow Work'. Lui è stato uno dei miei cantanti e scrittore di testi preferiti, ho amato follemente i suoi Nevermore (più dei comunque seminali Sanctuary), ed ogni sua opera mi ha sempre toccato profondamente l’anima. Posso sintetizzare la mia devozione verso questo straordinario cantante dicendovi che porto tatuato un suo verso sull’avambraccio. Una voce come quella di Warrel nasce ogni 30 anni, ed ascoltarla ora che è morto mi provoca profonda tristezza mista ad incazzatura, perchè mi costringe a prendere atto che questa è la sua ultima opera in assoluto. Perdonatemi se non riuscirò ad essere obiettivo al 100%, ma neanche ci proverò. L’album è bellissimo ed intenso, con una qualità compositiva elevatissima. Tutte le canzoni del disco sono molto Nevermore-oriented: toste, veloci e ben suonate, con i classici ritornelli “a la Dane” melodici, epici e dolenti che ti entrano dentro al primo ascolto. In particolare “Disconnection System”, “The Hanging Garden”, "Rain" e la lunga “Mother Is The Word of God” ti strappano via il cuore. Un plauso a parte va fatto alla band brasiliana che accompagna il nostro Warrel, composta da abilissimi musicisti e compositori. Purtroppo le canzoni sono solo sette (introdotte da un breve intro), perché probabilmente Warrel non ha fatto in tempo a completare tutte le parti vocali dell’album. Ma resta un testamento artistico da applausi. Vi consiglio di comprare questo splendido disco. E’ il modo migliore di salutare un nostro vecchio compagno d’avventura, di rendere omaggio alla sua eredità musicale e di lasciare un fiore virtuale sulla sua tomba.
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