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VEXILLUM: When Good Men Go To War

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24/04/2021
74


Genere: Power Metal, Folk Metal
Etichetta: Scarlet Records
Distro: Audioglobe
Anno: 2021

Son passati ben sei anni da "Unum", l'ultimo studio album dei Vexillum, ma eccoli tornare con un nuovo full-length, intitolato "When Good Men Go To War". Un titolo che evoca campi di battaglia, rispolverando uno dei temi tanto cari alla band, ma non si tratta certo dell'unico, per un disco ricco di suggestioni, tra mistici viaggi in mare o racconti dal sapore antico e densi di mistero. Il loro stile è certamente incentrato su un tipico power metal, fortmente influenzato da band classiche come Blind Guardian, Grave Digger o Running Wild (ma potremmo citarne tante altre come Elvenking, Edguy, Wind Rose o Orden Ogan), con cori e ritornelli imponenti e con una forte componente folk, tanto che nel loro sound hanno un ruolo importante, tra gli altri strumenti, anche flauti e cornamuse. La tracklist parte peraltro subito forte con un brano maestoso, "Enlight The Bivouac", che si articola in oltre undici minuti, rappresentando davvero un ottimo biglietto da visita per quella che è la proposta musicale della band. Si prosegue con una serie di canzoni veloci e travolgenti, con ritmi a doppia cassa martellante, che quando serve sanno però anche tirare il fiato con efficaci intermezzi acustici. Difficile non ritrovarsi a canticchiare quasi inconsapevolmente tra i cori trascinanti che rendono "When Good Men Go To War" un disco parecchio coinvolgente e godibilissimo. Nella seconda metà della tracklist si registra la presenza di qualche traccia magari meno brillante dopo un avvio davvero di buon livello benchè, in realtà, si possano comunque ritrovare, per contro, anche brani molto interessanti come "Flaming Bagpipes", un pezzo che esalta più che mai proprio il suono delle cornamuse, così caratteristico nel sound della band. Molto particolare, poi, la canzone conclusiva, "Quel che volevo", interamente in Italiano e che ci ha fatto pensare un po' a sonorità tipiche della nostra tradizione cantautorale (ad esempio Branduardi o Guccini). Un disco gradevole, che merita senz'altro di avere la sua chance.

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