TYR: LAND
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30/05/2008"Siamo nel profondo nord del mondo, viaggiando per mari bui e tempestosi a bordo della nostra fidata Drakkar, compagna di tante scorribande. Odino è con noi e siamo pronti alla battaglia." Questo è lo spirito con cui i danesi (pardon, delle Isole Faroer) Tyr si sono presentati da dieci anni a questa parte sui palchi e nei negozi di dischi di tutta Europa, con un misto di sentimento ancestrale/culturale verso le tradizioni più pagane della propria terra e un feeling guerresco/epico; noi, poveri europei del sud, tutto questo lo vediamo in maniera del tutto distaccata, sebbene il Viking/Pagan metal sia diventato una "moda" anche dalle nostre parti al giorno d'oggi. Cantato in una lingua incomprensibile e stracolmo di cori, echi di battaglie qui e là, il nuovo album dei Tyr si presenta come una continuazione in formato "copia e incolla" del precedente 'Ragnarok' e in generale di tutto quanto fatto in precedenza, senza la minima ombra di innovazione. Lo stile adottato dai nostri è una combinazione di heavy metal e musica folk (neanche a volerlo scrivere per forza eh...) con forti elementi prog, ma sfortunatamente senza mordente perché le ritmiche sono quasi del tutto assenti ed è difficile seguire il discorso dei nostri senza sosta e soprattutto senza provare una noia mortale. Non basta il feeling magari genuinamente spontaneo a fare di un album un buon album, vi sono parecchi gruppi meno quotati che nello stesso filone hanno fatto cose assai migliori (mi vengono in mente subito gli olandesi Heidevolk con il loro album di debutto...) e sinceramente riascoltare ogni volta i vari piccoli fans di Finntroll o Kampfar o Moonsorrow in chiave riveduta e corretta non è proprio il massimo.
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