ILLDISPOSED: There Is Light (But It's Not For Me)
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27/04/2011Tredicesima release (disponibile anche in digipak) per festeggiare il ventennale di carriera della band più famosa e longeva del death metal danese; li ascoltai per la prima volta nel '93 all'epoca di 'Four Depressive Seasons' (l'esordio) dove si ispiravano marcatamente ad Unleashed e Grave, li ritrovo a distanza di quattro lustri proporci un death moderno d'ispirazione teutonica (Crematory periodo 'Revolution'), e Atrocity (quelli più electro). Il growling, alternato a parti screaming, resta il loro trademark; probabilmente gli anni di militanza nell'underground, tournee da un capo all'altro del mondo, e vendite che non permettevano loro di vivere di sola musica li ha fatti approdare verso lidi che consentono di abbracciare un pubblico più ampio e meno abituato agli estremismi. Con una produzione stellare grazie al connazionale Tue Madsen (Sick Of It All, Ektomorf, The Haunted, Moonspell), il disco si connatura tramite batteria triggerata, innesti di synth, riffing a manetta ("Step Into My Winter"), e qualche strizzata d'occhio ai Rammsteinn ("Rape, traccia migliore dell'album). Inoltre, mid-tempo e groove in quantità industriale, campionamenti ("Heaven Forbid"), sovraincisioni e qualche soluzione stucchevole di tastiera che farà storcere il naso ai deathsters più intransigenti completano la struttura dell'album, ma dopo 20 anni di carriera anche questa è evoluzione.
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