TSJUDER: Antiliv
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05/10/2015I norvegesi Tsjuder sono tra i pochi act black metal della seconda ondata che possiamo annoverare con merito nella lista dei migliori, quella dove atmosfere gelide e furia devastatrice si riassumono al meglio nell'essenza della fredda arte nera scandinava. Come spesso succede nell'underground black, l'ispirata e genuina ferocia che contraddistingue i primi lavori, quelli che solitamente escono per le piccole etichette ultra indipendenti (la Drakkar Production nel loro caso), venga meno sui lavori successivi, soprattutto quando si fa il salto fuori dall'underground. Ma se su 'Desert Northern Hell', il primo per Season Of Mist, le chitarre restavano immuni a qualsiasi minima melodia, su 'Legion Helvete' qualche piccola apertura a sonorità e ritmiche più thrasheggianti iniziava ad insinuarsi nel songwriting. Nulla di male per carità, ma ascoltando questo nuovo 'Antiliv' sembra che qualche crepa stia scalfendo la corazza di questo trio. Premettendo che l'album è comunque sopra la media e che brani come la title track, molte band attuali se la possono anche sognare, ci sono momenti che purtroppo ci fanno pensar male. Saremo anche un po pignoli con loro, ma rimane troppo evidente all'ascolto come le parti tirate rimandino troppo ai Marduk, con tanto di effetto esplosioni di bombe in sottofondo. Parliamo della seconda traccia “Krater” pezzo senza dubbio devastante ma al tempo stesso disarmante in negativo, quando nel riff rallentato che segue la sfuriata iniziale possiamo tranquillamente cantarci sopra “In The Shadow Of The Horns”. Per quanto riguarda la questione melodie invece, il complimento che facciamo al trio sta nel fatto che spesso le chitarre sembrano quelle di Satyr, indigeste e distorte come su 'Rebel Extravaganza'. Sarà che in passato la band ci aveva abituati troppo bene, ma brani come l'opener “Kaos” o la quarta “Djevelens Mesterverk” lasciano un po di amaro in bocca, senza dimenticare l'emblematica “Ved Ferdens Ende” dove l'alternanza di momenti ottimi e scontati è evidente.
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