TIMES OF GRACE: THE HYMN OF A BROKEN MAN
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17/01/2011In tanti si sono chiesti, negli anni passati, cosa sarebbe successo se Jesse Leach non se ne fosse andato dai Killswicth Engage nel momento peggiore (leggi: il successo a 5 centimetri di distanza), lasciando strada al bravo Howard Jones e ad una carriera che li ha ormai coronati, giustamente, come i pioneri del metalcore. Questo nonostante da più di cinque anni, cioè dall'uscita di 'The End Of Heartache', i capitoli discografici dei nostri siano tutt'altro che fenomenali, pur rimanendo solidi e scritti e registrati benissimo. Questi Times Of Grace riuniscono, in un duo esplosivo, proprio Leach e il mago Adam Dutkiewicz (non solo mente principale dei KsE, ma anche fior produttore), rispondendo quindi alla domanda posta a inizio recensione. E ascoltando 'The Hymn Of A Broken Man' non ci si può non domandare, maliziosamente, chi è davvero l'anima dei KsE. Eh si, perchè i Times Of Grace ci fanno tornare come se nulla fosse alla magia, comunque irreplicabile, di 'Alive Or Just Breathing' e 'The End Of Heartache', con un disco che scioglierà il cuore di tutti i fan. Songwriting al top (tanto da far sembrare gli ultimi KsE delle b-side), prestazione generale pure (Leach, già ottimo dietro il microfono, stupirà anche i più scettici). Cosa manca? Niente. E non si può nemmeno criticare una presunta staticità stilistica; è vero che per la maggior parte dei brani siamo davanti al solito copione Killswitch (ma ripeto, recitato non alla perfezione, di più), ma Adam e Jesse sanno anche osare come nella oscura "The End Of Eternity", o nella commovente ballad acustica "The Forgotten One". Magari molti lo considereranno semplicemente un progetto interessante e ascoltabile, ma per una volta butterò la mia professionalità alle ortiche e seguirò il cuore.
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