THE TEA PARTY: THE OCEAN AT THE END
data
24/10/2014Non potevano non mancare neanche i The Tea Party alla lunghissima processione di band che rinascono e ritornano con un nuovo disco. I canadesi mancavano all'appello dal 2004, quando rilasciarono un album come 'Seven Circle' non proprio eccezionale. 'The Ocean At The End' ci consegna una band decisamente più in forma, con una manciata di brani più diretta e coesa, pur sempre guidata dallo stile che ha reso famoso il trio nord americano: rock ora psichedelico, ora classico, e con le immancabili sfumature arabeggianti. Spesso accostati a ragione ai Led Zeppelin per il loro modo di intendere il rock - certe "cavalcate" sono clamorosamente figlie di "Achilles Last Stand", come anche nel presente lavoro - il nuovo album vede consolidare l'accostamento nella misura in cui i brani, come dicevamo all'inizio, suonano più diretti. Certi passaggi "orientali", così come la psichedelia e la sua matrice progressive, nonchè alcune tipiche visioni sonore vellutate ed oscure, in 'The Ocean At The End' trovano poco sfogo a fronte di una resa stilistica più "sobria" rispetto al passato. Il vocione caratteristico di Martin risuona ancora a dovere, e la sua chitarra crea ancora scintille elettriche come da copione, ma nel complesso il chiaroscuro dei The Tea Party vira decisamente verso il chiaro. Nel complesso i brani ci sono, mentre è nella seconda parte del disco che affiorano i momenti migliori - la title track, "The 11th Hour", "Water's On Fire" - grazie ai quali la bilancia comincia a pendere deciamente verso la qualità, e ad alzare il livello di un album e di una band che non hanno detto tutto quanto potevano potenzialmente ancora dire.
Commenti