THE SULLEN ROUTE: Apocalyclinic
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12/02/2012Nell'occuparci delle uscite discografiche che vengono dalle repubbliche della ex Russia ci siamo accorti che la maggior parte delle band si sono specializzate nel saccheggiare quanto di meglio viene prodotto al di là della cortina; non sfuggono a questa tesi nemmeno i The Sullen Route che inglobano nel proprio sound la malinconia del doom, i riff dei Paradise Lost, arpeggi post rock, sonorità dark metal, armonie vetrose alla Katatonia (insieme ai Neurosis la band più saccheggiata del pianeta), dai Daylight Dies (cioè coloro che hanno modernizzato il sound dei Katatonia), e da qualche deviazione alla Woven Hand come in 'Dune'. Quello che lascia sorpresi è la loro capacità di non copiare spudoratamente le band citate ma di usarle come ispirazione per costruirci sopra strutture in grado persino di superare i maestri, come nella minacciosa "Cynoptic" e nella progressiva "All in October" che si presenta con un doom/death alla primi Paradise Lost per poi trasformarsi in un katatonico post rock. Sound maestoso a dimostrazione che anche all'est si sono attrezati per non essere da meno rispetto al resto del mondo; certo non si può gridare al miracolo perchè il livello qualitativo dell'intero lavoro non mantiene sempre lo stesso standard. Ci sono dei passi falsi, "Hysteria" e "Selfish I", tracce nelle quali il cantante sbaglia tonalità (il growling è quello che gli riesce meglio, quando decide di provare altre tonalità stecca) ed il songwriting non eccelle nelle variazioni dal tema principale (mid tempo statici). Non lasciatevi fuorviare dall'inizio perchè questo disco è come un sughetto che cuoce a fuoco lento, con l'andare degli ascolti si scopre che il sound si evolve sempre più e le situazioni che inizialmente non avevano convinto assumono un'altra fisionomia avvolgendovi in una spirale ammaliante.
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