THE STEEL BONES: First Step
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09/03/2023The Steel Bones. Voce non propriamente sounthern, che si presterebbe a pezzi heavy, (anche power metal), riconoscibile, distintiva, stuzzicante, ambrata, quando si caramella con il country, anche se mai impastata (mai sotto l’effetto di whisky). È forse, proprio l’aspetto vocale (che cattura al primo ascolto), a marcare le italiane ossa d’acciaio di Ancona, insieme allo spirito compositivo southern del gruppo (Lynyrd Skynyrd, Free, Black Crowes, Blackberry Smoke, Molly Hatchet), pregiato da armonica, banjo e mandolini. Combinazione, che se ben bilanciata, potrebbe segnare il territorio con un’orgogliosa produzione di nicchia distinguendosi (Preacher Stone per connubio sounthern/hammond Jorn Lord, ne sono un esempio). Una voce ad unire tradizione e innovazione. Innovazione ancora da affinare, rendendo chitarre elettriche e basso ancora più incisivi (soprattutto nelle composizioni più hard rock), e tradizione continuando ad esprimere quel loro fare country, già ottimo punto di partenza. ‘First Step’ pubblicato dalla Red Cat Records (Red Cat Music) e distribuito da Audiglobe/The Orchard è il loro album d’esordio. Emergono dall’italy underground: Ivan Battistella, cantante, compositore e chitarrista, (solista con collaborazioni internazionali e un grande sodalizio con Simone Borghi), Carlo Lantieri chitarrista (IF, tribute band anconetana Genesys & David Bowie), Simone Gagliardi batterista marchigiano, Eric Porfiri chitarrista ed il bassista Maurizio “Lyon” Leone (storica metal band italiana Gunfire e Gengis Khan). Aprono tutti i loro cassetti della memoria (memoria recente e memoria più sedimentata) ed insieme, iniziano un nuovo percorso musicale, un vero e proprio ‘First Step’. I motori fanno da apripista ad “Hard Bones”, traccia dagli arrangiamenti country, dal sapore metallico per i cori, eseguiti da guizzi di chitarra elettrica, e musicalmente da atmosfere da strada, allietate da un concerto estivo e naturale di cicale. Groove e grinta per la terza traccia “West End Highway”, fresca e articolata, spigliata (voce parlante, strillante, e sul finale scaricata), con riff segnanti, e parti a cappella su battito di pelli. Bella “Better”: evoca composizione e cantato stile Alessandro Del Vecchio (Edge Of Forever). “Good To Be Alive”, passo rallentato (effetto Guns ‘N Roses) ma esplosivo (effetto Ram Jam). “Scars Remain” è la tradizione dal gusto Eataly: ballad country, bluegrass da chitarra resofonica, resa riverberante anche nella voce di Ivan Battistella (style Danilo Sacco, Nomadi). Vibrante R&R elettrico per “Rockompany”. Ed ora gustatevi l’affondo delle percussioni, in un passo dietro l’altro, in un paesaggio desertico, colorato dallo speranzoso ritornello corale di “Hunter Of Tears”. Nunca te rindas!
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