THE SEVENTH POWER: THE SEVENTH POWER
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18/06/2008Strano. Questo è il primo pensiero che mi ha attraversato la mente nell'ascoltare questo disco. Il secondo è stato: "pesante". Il terzo, invece, ha iniziato ad innalzarmi al di sopra delle parole-frase: una volta superato quindi lo stadio di sviluppo mentale di un bambino di due anni, ho potuto iniziare a riflettere su ciò che stavo ascoltando, e trarne delle conclusioni. Innanzitutto, sebbene la definizione del genere sia Heavy, si tenga bene a mente che stiamo parlando di un disco con degli impianti di elettronica impressionanti: alcuni passaggi sembrano addirittura fatti semplicemente col synth, ed è solo ad un ascolto approfondito che si coglie che in realtà si tratta di effetti aggiunti. In secondo luogo, si tratta di un disco a carattere ESTREMAMENTE cristiano. Questo, a seconda dei punti di vista individuali, può essere un incentivo all'ascolto o un deterrente; al di là di ciò, si snoda un album fatto di ritmiche tra il Classic e l'Hard Rock (complice Robert Sweet degli Stryper), cui si affiancano giri di chitarra solidi che a tratti ricordano i Black Label Society (da lontano, ma la matrice è quella) e su cui si innestano delle vocal lines vagamente ipnotiche. L'effetto complessivo è vagamente disorientante, a maggior ragione se si considera che l'atmosfera che permea tutto il disco è tra il cupo ed il deprimente; all'opposto i testi si inseriscono nel classico filone del Christian Metal con espressioni da evangelizzazione e promesse di gioia e pace interiore grazie al contatto con Dio. Tra le ombre e la luce, 'The Seventh Power' è un album che inizia molto lentamente a coinvolgere, e che pur riuscendo ad ottenere buoni risultati in termini di gradevolezza non sembra in grado di conquistare le masse: sta lì, a metà strada tra l'album di nicchia e quello "da capire ma per tutti".
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