THE DEADWALK!: SUPER BORING MUSIC
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10/01/2006Davvero sorprendenti, questi “The Deadwalk!”. Nonostante un aspetto da indie band debosciata, il gruppo si rivela invece esecutore di un ottimo e divertente punk ‘n’ roll ben suonato e, per molti versi, persino innovativo, con taluni spunti indie rock (pochi, a dire il vero) e qualche digressione nel crossover alla Suicidal Tendencies (o alla Beastie Boys, se preferite), come nella bella “My Voice”. La voce femminile di Patty (che ha lasciato la band poco dopo le sessioni di registrazione del disco) e quella mascolina del singer Marce duettano per creare delle linee vocali davvero entusiasmanti: proprio quello che ci vuole per accompagnare la loro musica! Buona è anche la prova del resto della band ed in particolare della chitarra solista di Ale, che impreziosisce i brani presenti su questo “Super Boring Music” con arrangiamenti non particolarmente complessi ma dall’effetto immediato sull’ascoltatore. A dire il vero, il titolo dell’album è decisamente fuori luogo per descrivere la musica della band, che tutto è tranne che noiosa: lo si capisce subito con la prima traccia del disco, la anthemica “Don’t Give A Damn” (introdotta da una breve intro di pianoforte), un vero e proprio inno per i Deadwalk!, i quali rivendicano il diritto di fare la propria musica fregandosene delle opinioni della gente. La seguente “Work” si scaglia invece contro un lavoro che aliena l’uomo privandolo della sua individualità: qui i ritmi si fanno più punk in senso stretto, sfiorando l’hardcore ma non rinunciando ad alcuni spunti più rockeggianti. Spunti rock che emergono poi, ancora più chiaramente, nella successiva “Bad Violins”, dove è la voce di Patty a farla da padrona. L’hardcore riaffiora invece nella tirata “Unscarred” e nella militante “Your Government”, introdotta dallo spezzone di un discorso di Malcom X. Fra le due songs però troviamo la già citata “My Voice”, che lascia spiazzati per i suoi ritmi crossover e rap-metal, pur risultando alla fine un ottimo pezzo. Ma non è certo finita qui: con “Lies & Shadows” la band ci mostra tutta la sua anima indie, “Empty Head, Empty Words” è un pezzo hardcore, ancora indie con “No More Broken Dreams”; troviamo invece idee metal in “Not Granted Room”, mentre il crossover riemerge in “Dry” e nella title-track. E’ insomma piuttosto eterogenea la musica dei Deadwalk!, tanto che rischia di risultare piuttosto indigesta. Bisogna però apprezzare gli sforzi del quintetto lombardo (ormai quartetto, dopo la partenza di Patty) di tentare di suonare una musica leggermente innovativa. Non che siano all’avanguardia, sia ben chiaro: di uscite come questa, di questi tempi, ce ne sono parecchie; però il mix di generi messo in campo dai Deadwalk! diverte invece che annoiare, e questo non è poco. Se riusciranno ad affinare un po’ di ingenuità, soprattutto a livello compositivo, che spero essere dovute al fatto che questo per loro è solo il secondo disco, sono sicuro che anche loro saranno in grado di dire qualcosa nel panorama musicale italiano.
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