STRANA OFFICINA: The Faith
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05/11/2007La My Graveyard continua a esumare defunti nostrani, e lo fa con un gusto diabolicamente fine. E' finalmente venuto il momento degli Strana Officina, band considerata dagli appassionati una delle formazioni (se non LA formazione) che diedero il la al movimento metallaro italico (NWOIHM?). Credo sia inutile spiegare di chi stiamo parlando: a prescindere dalla facilità con cui oggi si raccolgono informazioni, almeno il nome dei fratelli Cappanera, compianti membri della formazione storica defunti nel 1993, è quanto meno echeggiato alle orecchie di chiunque abbia una minima conoscenza di storia dell'Heavy Metal. Tornano dunque le leggende, ed ecco che il nuovo "The Faith" si presta subito a due diverse angolazioni di lettura: la prima, di chi nostalgicamente attendeva con fervore da più di dieci anni che l'Officina tornasse in attività; la seconda di chi si può accontentare di sentirne scaldare i motori. I primi potrebbero essere delusi da questo disco, i secondi ne saranno probabilmente entusiasti: infatti "The Faith" è un warm up per la band, che ha finalmente inserito in formazione ufficiale i nipoti dei defunti Cappanera (affidando loro un'eredità decisamente pesante in termini di aspettative dei fan). Si tratta di quindici pezzi di cui solo due sono inediti; va però sottolineato che non siamo davanti ad un'anthology, ma ad una sorta di briefing pre-lavorativo: il gruppo ha infatti risuonato e riarrangiato i suoi classici, proponendoli oggi secondo una visione più moderna che, se da un lato perde parte della grezza immediatezza dei tempi della minor tecnologia, dall'altra è una perfetta presentazione delle attuali potenzialità del combo toscano. Non si può peraltro dire che abbiano esagerato con le applicazioni tecnologiche: in realtà "The Faith" rappresenta un biglietto da visita che rende giustizia tanto al passato quanto al presente, consacrandosi in questo modo come disco sia per le "nuove leve" che per i "die hard" dell'Heavy ottantiano.
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