STEEL PROPHET: Omniscient
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21/07/2014Non sentivamo certo il bisogno di ritrovare dopo dieci anni dall'ultima uscita discografica gli Steel Prophet, se poi gli esiti devono essere come quelli di 'Omniscent', non degno della produzione passata, specie se si pensa ad un gioellino come 'Dark Hallucitations'. Eppure il reintegro del vecchio vocalist Rick Mythiasin doveva essere nell'intenzione del leader Steve Kachinsky l'elemento capace di imprimere una scossa ad un gruppo che aveva perso la trebisonda dopo un periodo contrassegnato da tensioni interne e dischi di qualità certamente non eccelsa. Purtroppo nonostante l'ottima prova al microfono del figliol prodigo, che sembra aver preservato la propria squillante voce a livelli dei bei tempi, il lavoro non riesce ad emergere oltre la mediocrità a causa di un songwriting decisamente poco brillante, diremo piuttosto anonimo con una produzione non all'altezza in cui si identifica uno scollamento tra la parte vocale e quella strumentale. Sebbene sia etichettato come prog power metal francamente non riusciamo a capire cosa ci si trovi di prog in questo cd legato indissolubilmente ad un metal tutto sommato old school (forse l'unica eccezione la si potrebbe riscontrare nella traccia di apertura, un po' alla Fates Warning nel periodo di gioventù), le cui note migliori si trovano nella buonissima “When I remake the World” e nella dinamica “666 is Everywhere” dove un semplice ma forse per questo efficacissimo riff di impostazione early eighties, tra Riot e Priest riesce a farci strappare consensi in in contesto assai disorganico. Inspiegabile, infine, la scelta di inserire una cover come quella di "Bohemian Rhapsody", qui decisamente fuori luogo.
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