SOLITVDO: Hegemonikon
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03/12/2021Una fiammata nel cielo della Sardegna e dell’Italia tutta, per citare uno degli album di culto del black; sulla copertina della one-man band SOLITVDO, la statua di un arciere, dalle greche sembianze, scocca una freccia che colpisce in pieno petto l’ascoltatore. Era molto tempo che non rimanevo fortemente scosso dalla potenza di musica così evocativa. Una produzione che fa trasparire tutta la ferocia della proposta del black-viking metal di questo lavoro, impreziosito da bellissimi ed epici arrangiamenti dei fiati, delle tastiere e dei cori. La voce, uno scream gutturale ed oscuro, si alterna a momenti più recitativi declamando interessanti testi in lingua madre come nella conclusiva “Hegemonikon II”. Misantropia e nichilismo si alternano a fierezza e grandiosità, un connubio decisamente azzeccato. Se si volesse esprimere una nota negativa, la durata risulta fin troppo esigua, al termine dell’ascolto ho avvertito la necessità di altra violenza. “Vita Est Proelium I” ha il finale più emozionante dell’album, dopo taglienti sferzate di riff black, corni e cori ci portano a calpestare la terra intrisa di sangue di un campo di battaglia al termine dello scontro. Un lavoro fieramente legato al metal più crudo e più appassionato, senza troppi compromessi; sicuramente nulla di avanguardistico, ma proprio per questo un plauso va fatto alle capacità compositive, data la ridondanza del genere; spesso risulta molto difficile creare nuovi spunti per uscire dagli schemi, invece in questo ‘Hegemonikon’ le emozioni sono vibranti e palpabili.
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